tag:blogger.com,1999:blog-23872364748295686862024-03-06T01:14:10.269+01:00sedimenti Cataldo Antonio Amoruso
'catamor'
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.comBlogger743125tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-13241536690806730432023-11-27T20:05:00.002+01:002023-11-27T20:05:37.985+01:00Il signor ministro, da Righe, semidiario (inedito).<p> E' un bel po' di tempo che non ''appiccico'' più nulla su questo blog. In seguito alla nota vicenda del treno fatto fermare a Ciampino causa ministro a bordo, mi è venuto in mente questo episodio occorsomi tanti anni fa, quando ero in servizio al piano terra nell'ufficio movimento della stazione di Piacenza, cioè prima che traslocassimo al primo piano, da dove raramente sono intervenuto in caso di attraversamenti di binari, a parte qualche sgridata a mezzo altoparlante. </p><p><span style="color: navy; font-size: 12pt; text-transform: uppercase;">Il
signor ministro.</span></p><p>
</p><p style="margin-bottom: 0cm; orphans: 0; widows: 0;">Quel giorno
l'eurostar si fermò sul binario di corsa, il terzo, e pensai “alle
solite, quando hanno problemi questi capitreno non avvisano mai...”;
la fermata invece fu velocissima, il treno ripartì quasi subito e
affacciandomi alla vedetta dell'ufficio, vidi un signore abbastanza
anziano, un altro di mezza età, alquanto corpulento, che si guardava
intorno circospetto ed una giovane donna con una borsetta ed una
valigetta di pelle dall'aria alquanto, come dire, “importante”, e
tutti insieme attraversavano i binari per raggiungere il primo
marciapiedi, ignorando l'obbligo di servirsi del sottopassaggio.</p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> Ora, questa italica
attitudine di attraversare i binari alla prima occasione è una cosa
che al ferroviere medio dà sempre un certo fastidio, sicché
l'immancabile reprimenda stava già prendendo forma sulle mie labbra,
quando il più anziano dei tre cominciò con un “escuse se<span style="font-family: Times New Roman, serif;">ñor,
escuse...”, che mi fece pensare “evvabbè, passerà anche
questa...”</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">I
tre entrarono in ufficio, alquanto impacciati, e l'uomo fece cenno
alla donna di consegnarmi qualcosa... era un biglietto da visita, il
nome non lo ricordo, ma il concetto era chiaro: dopo il nome, il
titolo: Ministro del Interior de la Repùblica Argentina...</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> “<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Ah,
lei è il ministro degli interni dell'Argentina?”, domandai con un
mezzo sorriso.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> “<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Sì,
señor, y usted es el jefe aquì?”, mi rispose, con una semplicità
disarmante.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> “<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Beh,
in un certo senso… sono quello che fa circolare i treni in questa
stazione… ma voi come mai siete scesi così all'improvviso da quel
treno che non doveva fermare?”</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> “<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Perdone,
mìster, ma en Florencia abbiamo sbagliato treno e non siamo più
potuti scendere, fino alla vostra stazione... dovevano autorizzarci
da Roma, per poter scendere… Usted conosce la Republica
Argentina?...”</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> “<span style="font-family: Times New Roman, serif;">Che
scherzo, pensai… la prima volta che vedo un ministro in carne e
ossa, mi appare un anzianotto smunto, quasi trasandato, con una
segretaria, o quello che era, poco più in carne di un manico di
scopa ed un gorilla da passeggio da far ridere i polli… però è
interessante che venga dall'Argentina, pensai, dell'Argentina potrei
parlare come di casa mia, tanto l'ho studiata, tanto ne ho letto...”</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">E
allora risposi di sì, che conoscevo l'Argentina per averci trascorso
un po' di tempo, dalle parti di calle Maipù, numero 994, mi pare, e
giù con le esquinas, calle Florida, el nuestro Palermo, le
confiterìas, le empanadas, la Recoleta… i miei conterranei
calabresi di un tempo lontano, Porchia, maestro di pensiero in
Sudamerica e autore delle frasi dei baci Perugina in Italia (sic!),
la mia amata América Serafina Scarfò, anarchica, mio nonno paterno
Giuseppe, che vendette tutto quel che aveva, partì sullo stesso
legno che una volta ospitò Pirandello-la nave Mafalda- si ammalò,
tornò e fu sepolto insieme alla fortuna, tutto enunciando come se
fosse vero… quasi quasi volevo domandargli se avesse conosciuto
Borges, Cortàzar, Ernesto Sabato, la Patagonia, vivi, morti, per me
quasi indifferentemente, personaggi sempre del mio mitico mondo di
carta e mappe...</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">Mi
resi conto che qualche mio collega mi guardava non già ammirato per
le mie conoscenze -y fìjese!- né tantomeno per la mia inventiva,
quanto per lo scoprirmi improvvisamente capace di rompere i miei
silenzi e parlare senza quasi riuscire a fermarmi… qualcun altro
già suggeriva di chiedergli di Maradona...</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">Devo
dire che il signor ministro aveva capito tutto, e stava anche al
gioco, rilanciando con domande adeguate e con osservazioni precise...</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">Il
materializzarsi degli agenti di polizia ferroviaria mi sembrò un
po', devo dire, come l'arrivo degli infermieri mandati dall'ospedale
psichiatrico... poco ci mancò che io e il ministro ci mettessimo a
strillare insieme “ancora un momento, ancora un momento, per
favore, lasciateci finire il gioco”, mentre ci infilavano la
camicia di forza e ci portavano via dicendo “la prossima volta lei
faccia il ministro di un paese amico e lei faccia il capostazione, e
state zitti, che cavolo!”</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">I
poliziotti presero in consegna ministro, segretaria e gorilla
-ringalluzzito, devo dire - e mi pare di poter dire che mentre si
allontanavano ci fu uno sguardo d'intesa tra me e il ministro, quasi
stesse per dirmi qualcosa come “se vieni in Argentina passa a
trovarmi...”</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"> <span style="font-family: Times New Roman, serif;">In
effetti, per qualche tempo ho conservato quel rettangolino di carta
dell'altro lato del mondo, poi i miei cassetti hanno avuto la meglio
su quel biglietto da visita, ed anche sui miei ricordi.</span></p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"><br />
</p>
<p align="justify" style="margin-bottom: 0cm;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;">febbraio
2010</span></p><br /><p></p>cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-59862253338902177022022-05-04T19:56:00.003+02:002022-05-04T19:56:52.145+02:00A Vittorio Imbriani, y también al Ingeniero.<p> </p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">Sono passati quattro anni dall'ultimo post... potevo lasciarne passare tanti altri, tutti.</div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">C. A. V. </div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><br /></div><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU0ah434TktnT51Z0aOy8M-FtCIyJS8Ha0_1e3n8vcA54j8bvq_m_fkU7R9eih0bbzAv6yedxx6xPMO-qyYU1L5XjqGP5M75A_qkdtoLqPnJNmE9Pe4w2AQSGkdoNsLP1fCfYHjSG68AHvtXmlZv_6AIOf-x-WUUnKzKmUtZU-tL4wBZkqzJVnsTLF/s3296/100_0848.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="3296" data-original-width="2472" height="320" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgU0ah434TktnT51Z0aOy8M-FtCIyJS8Ha0_1e3n8vcA54j8bvq_m_fkU7R9eih0bbzAv6yedxx6xPMO-qyYU1L5XjqGP5M75A_qkdtoLqPnJNmE9Pe4w2AQSGkdoNsLP1fCfYHjSG68AHvtXmlZv_6AIOf-x-WUUnKzKmUtZU-tL4wBZkqzJVnsTLF/s320/100_0848.JPG" width="240" /></a></div><p></p><p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: center;"><b><i><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 14.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">A Vittorio Imbriani, y también al
Ingeniero.<o:p></o:p></span></i></b></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<p align="center" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: 0.0001pt;"><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI","sans-serif"; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI","sans-serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
</span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Cuando pisaba la tierra del corral, yo lo sabía bien, ya sabìa lo que
aconteció, como se acabó, e tuttu u restu; sapìva ca sutta, non so a quale
profondità, era, indistinta e infinita, una residenza de lo' mmuettos; il
palazzo, la casa palazziata, il castello, quel che era, non distava molto, ne
deducevo che con molta probabilità i suoi percettori di decime, i birri nelle
loro monture, la canea asservita, potesse avere trovato riparo e fine al di
sotto della superficie -sempre dura- che ero uso calpestare, di corsa, spesso,
come se tra gli aghi di pino e le ancor tenere piante dei piedi nessuna
frattura fosse possibile: provavo felicità e paura, forse ero già capace di
pensare: pure, non riuscivo a smettere di pensare, né di star fermo: un ovunque
di pace, desiderato o no, rimaneva irrealizzato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Los caballeros murieron allí, allí se quedaban, con sus boquitas de
muertos antiguos, boquiabiertos, entreabiertos, spalancate...<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Acaso, pènzica, a pugnermi ca un fossero gli aghi dei pini, nel loro
destino di stufa a legna, bensì le punte arruggiàte e arraggiatìzze dei loro
puntali vari, speroni e stili, di vario genere e misura: allì estaban, le
pantàsime che mi mozzicavano i carcagni, e también las plantas.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
A lungo ho combattuto contro le pantàsime, sempre il rumore delle catene
mi ha accompagnato, preceduto, sopravanzato, camminato a lato, insediandosi
qui, en el cerebro, en las sienes... <o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Per combattere con il sonno dei fantasmi necesse est che la testa e il
corpo sappiano vivere di una doppia vita, come fanno lo' mmuettos, del lado de
acà e del lado de allá, come due emisferi di una stessa solitudine: es lo
mimmo!<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Muchos agnos (sic) deppué, cuando ya los hilos se iban despilfarrando,
otra casa, lejana, ajena... nuevos muertos, novi pantàsimi... A mulher, la
mujer, a mugghjera, aveva un'aria compiaciuta, o algo parecido... ella ya vivò
en aquella casa, casa muito grande, con àrboles, flores, plantas, e pavimenti
con riggiòle, e fughe tra una riggiòla e l'altra.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Ellas, las dos, la madre y su hija, sonreìan, nunca reían... Sapevano,
certamente sapevano, lo dicevano i loro cenni d'intesa.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
El hombre y su cansancio, n'ata vota di fronte al bivio: la lotta o
l'abbandono, entrambe attitudini naturali, resistere perché la mente resiste o
finire perché il corpo finisce.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Dalle fughe tra le riggiòle mi sembrava che qualcosa nascesse, che
venisse fuori, qualcosa di vegetale, nella forma, come di stelo o pericàlu,
cauliforme... ma di nessuna consistenza. Sant'Elmo, sì, domestici fuochi di
Sant'Elmo.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Afuera, rapaces, ciàule, cornacchie dallo stridore insostenibile, huecos
perdidos, hondos, si inoltravano nei tufi della antica cattedrale, ora passati
alla superstite torre vittima di tanti stili sovrapposti... In quel buio, le
ombre, tante ombre, e paure, o asombro, stupore di paure antiche, quasi l'uomo,
quello stanco di oggi, potesse comunicare col ragazzo stanco di futuro, quello
di ieri, quello che in qualche modo, da qualche parte, devo essere stato.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Intanto mi godevo questo rinnovato,
terrifico rumore di catene, nella notte, consapevole che sì, sotto i miei
piedi, sotto il letto che mi ospitava, pacifici e forse assonnati nelle loro
salme, gli antenati degli indigeni si godevano il loro riposo... dopo secoli,
what else?<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span lang="EN-US" style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-ansi-language: EN-US; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> Las mujeres, las dos, sonrieron... quizás...
</span><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Fingevo di non intendere quella intesa, di non cogliere la fuga tra le
riggiòle, i versi delle ciàule che aumentavano d'intensità, che diventavano
vocìo, parole che si infrangevano dietro i vetri... e chissà se bastava aver
chiuso a chiave le porte quando ancora era giorno, e se quella clausura sarebbe
bastata fino all'alba, quando ogni cosa sarebbe tornata al suo posto.<o:p></o:p></span></p>
<p class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: justify;"><span style="color: #050505; font-family: "Times New Roman","serif"; font-size: 12.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">
Ci alzeremo come se nulla fosse, o almeno lo spero.<o:p></o:p></span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI","sans-serif"; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;"> </span></p>
<p align="right" class="MsoNormal" style="background: white; line-height: normal; margin-bottom: .0001pt; margin-bottom: 0cm; text-align: right;"><i><span style="color: #050505; font-family: "Segoe UI","sans-serif"; font-size: 8.0pt; mso-fareast-font-family: "Times New Roman"; mso-fareast-language: IT;">Se avete letto fin qui, assumetevene la responsabilità... scherzavo.<o:p></o:p></span></i></p></div><p><br /></p><div class="separator" style="clear: both; text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYBJ4zqV0Q12J4tZFmZrm4ynkIGoqqSMIgQVswxwpr7Tqdq6k4YOnKSTFqY4XrO95yPhOsGvDR5pi9r7Z-oItKHkXTDhTTu5bhNaSL6yfWvFHvnu_doPR4dQeMxXcqlaQ-kU9sV2Gf3N5-1lSQnpqhwvvzm6lXa2X5dVuKQPAaPipS1nggQGL0Q_u1/s3664/102_0128.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="2748" data-original-width="3664" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYBJ4zqV0Q12J4tZFmZrm4ynkIGoqqSMIgQVswxwpr7Tqdq6k4YOnKSTFqY4XrO95yPhOsGvDR5pi9r7Z-oItKHkXTDhTTu5bhNaSL6yfWvFHvnu_doPR4dQeMxXcqlaQ-kU9sV2Gf3N5-1lSQnpqhwvvzm6lXa2X5dVuKQPAaPipS1nggQGL0Q_u1/s320/102_0128.JPG" width="320" /></a></div><br /><p></p>cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-86872162355661288882018-03-18T14:28:00.001+01:002018-07-17T18:43:32.724+02:00Un mese se ne è andato.<div style="text-align: justify;">
Un mese se ne è andato... E allora ti rinnovo un nostro ricordo. Tanto, ovunque tu sia, ti penso così forte che non puoi non sentirmi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Tu facevi la quinta D, ed io la seconda, quel tuo ultimo anno di liceo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Il liceo scientifico di Crotone, che allora non aveva nemmeno un nome –era ‘statale’ e basta: anche troppo, forse– era allocato in alcuni appartamenti di uno stabile preso in affitto, e distava circa un chilometro dalla stazione ferroviaria. Lungo quel percorso c’erano poche case, pochissime, e molte officine meccaniche o simili, come ancora oggi.</div>
<div style="text-align: justify;">
Le ragazze che tornavano alla stazione avevano sempre bisogno di camminare almeno a coppia, perché temevano i ragazzi che lavoravano in quelle officine, carrozzerie, o quello che erano... temevano gli sberleffi, gli sfottò, i lazzi, le intemperanze, o peggio, qualche avance o mano che si allungava, qualche pantalone che si abbassava...</div>
<div style="text-align: justify;">
Di solito tu tornavi con quella ragazza di Botricello, Cristina, serissima, che per un po’ aveva abitato nel nostro paese, anche lei figlia di ferroviere, zzu Peppinu Spina.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ma quel giorno sapevo che lei non ci sarebbe stata al ritorno, sarebbe dovuta uscire prima, per cui saresti dovuta tornare con me...</div>
<div style="text-align: justify;">
Quel giorno cominciò a piovere, a piovere sempre più forte, a dirotto, e figurati se potevo avere un ombrello, non li uso nemmeno ora gli ombrelli...</div>
<div style="text-align: justify;">
All’uscita non ti ho vista, ho aspettato e aspettato, niente, niente di niente... e allora mi sono avviato verso la stazione, di corsa. Ho domandato a quelli che potevano conoscerti, nessuno ti aveva vista. Il tempo di rifiatare... e via di nuovo, sotto una pioggia come Dio la mandava, di corsa, fino al liceo... e poi un altro chilometro circa, con la milza che mi scoppiava, fino a Piazza Pitagora... niente, non c’era più nessuno sotto i portici dove gli studenti dei tanti paesi senza scuole superiori passeggiavamo in attesa dell’orario del pullman o del treno... niente di niente, e di nuovo di corsa fino alla stazione, con la lingua penzoloni e il cuore che non sapeva dove sbattere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Giusto il tempo di stringere i denti di fronte agli sguardi divertiti dei temuti ‘discìpuli’ (apprendisti) delle officine che mi avevano visto fare avanti e indietro sotto il diluvio, e prendere il treno delle due, trafelato, fradicio di pioggia e arrivare a casa e trovarti già cambiata d’abiti (perché noi, al ritorno da scuola, dovevamo cambiarceli i vestiti, ché non si dovevano sporcare per tutta la settimana). </div>
<div style="text-align: justify;">
- Anciulì???</div>
<div style="text-align: justify;">
- Sono tornata prima, col treno delle 11.30, mancava un professore, c’era anche Cristina...</div>
<div style="text-align: justify;">
- Meno male, a quell’ora non pioveva ancora, così non ti sei bagnata, per fortuna.</div>
<div style="text-align: justify;">
Lo avrei rifatto mille volte quell’avanti e indietro, senza fiatare, pur di saperti serena, pur di proteggerti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi no, oggi posso solo pensarti forte forte, più forte che posso, non posso altro. Non posso nulla che serva.</div>
<div style="text-align: justify;">
Anche ieri a Prato pioveva, nel tuo trigesimo e sulla tua tomba sommersa di fiori. Ha smesso giusto il tempo di salutarci, poi ha ripreso, senza dire nulla.<br />
Nel 16 di marzo 2018.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
Angela mia.<br />
Da qualche parte nel tempo non avremo mai smesso di giocare alla bicicletta, piedi contro piedi sopra il letto, e a ridere, e ad essere gelosi di una carezza in più o in meno della mamma, o del tazzone di latte che a me sembrava sempre meno pieno di quello che toccava a te.<br />
Vengo a trovarti, e hai sempre quegli occhi, di passerotto infinitamente rispettoso di tutto e di tutti, incapace di chiedere, di domandare, timorosa di fare rumore, infinitamente delicata, e dolce, sempre, come tu sai essere nei tuoi silenzi fatti di luce.<br />
Era il 25 dicembre 2017.</div>
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-64096812389179938542018-03-01T21:59:00.001+01:002018-03-01T22:12:22.853+01:00e se penso a quella terra che ti avvolgee se penso a quella terra che ti avvolge<br />
chiudo gli occhi verso il cielo<br />
e non sento che la neve sotto i piedi<br />
e un rumore di tempo che si frange<br />
vorrei immaginare dove sei ora<br />
e mi devo fermare al ricordo di quelle tue<br />
meravigliose mani<br />
così strette nel loro intreccio<br />
come una immagine di un giorno lontano delle Palme<br />
che tu bambina mi aspettavi<br />
con il sole negli occhi sul sagrato<br />
della nostra piccola chiesa<br />
troppo prossima alla strada<br />
perché non ti partissi<br />
<br />
poi tornano a premere i pensieri<br />
verso quel punto di cui tu dicevi<br />
ecco, qui mi hanno operata<br />
non ce la farò<br />
mi fa troppo male<br />
e serenamente restavamo mano nella mano<br />
senza dire altro<br />
<br />
solo oggi, è così dolerci<br />
di questo muro così profondo<br />
da terra a cielo<br />
da non veder più altro<br />
che una trenodia di non ritorni<br />
ed è così saperti<br />
di là appena<br />
da quel velo ostinato<br />
a denudarci di speranza.<br />
<br />
<br />cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-79846314581539757932018-02-20T22:35:00.004+01:002018-02-20T22:35:25.983+01:00le così piccole manile così piccole mani<br />
e oltre la madre e la donna<br />
indovinarti bambina<br />
e così bianca saperti<br />
anche nel freddo che ormai avanzava<br />
e di te ridisegnava i lineamenti seri<br />
ma avulsi, anche ora, dal rigore che tendeva<br />
a te l'agguato<br />
e accarezzarti in tempo<br />
tenerti negli occhi<br />
per non lasciarti mai andar via<br />
e scacciare i canapi che scendono<br />
nella terra di un giorno di pioggia<br />
-ché non potevano mancare<br />
i fili silenziosi e amati<br />
a salutarti, lenti, quasi carezze-<br />
<br />
pure, mai ti sei allontanata<br />
e quel tuo filo di voce ancora<br />
m'avvolge al tuo pensiero<br />
all'idea di te<br />
che serri le labbra<br />
e non cedi al lamento<br />
mentre te ne vai delicatamente<br />
e rimani<br />
in quel luogo più profondo dell'anima<br />
dove non urgono parole<br />
e non occorre altro<br />
che rivederti da dentro<br />
come in un silenzio senza fine<br />
bianca delle tue dita sempre più fredde<br />
che carezzo ancora<br />
ma senza disperare più<br />
poiché oltre l'amore<br />
noi<br />
di più non possiamo.<br />
5 marzo 1956-16 febbraio 2018.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-19299374142341698182018-01-25T18:51:00.003+01:002018-01-25T18:51:53.708+01:00già non servono piùnon hai più paura<br />
solo sosti dinnanzi a una speranza senza porte<br />
mi sveglio a tenerti la mano<br />
e sei bambina<br />
davanti a un sogno dove tu non hai occhi<br />
ed io non so guidarti<br />
e non si sente altro<br />
che un fruscio forse<br />
ma dolente<br />
o ti lacera un silenzio che annuncia<br />
il boato che segue al buio<br />
<br />
già non servono più<br />
le parole<br />
tra noi sì intime<br />
non hanno più luogo dove attendersi<br />
e incontrarsi<br />
rimaneva qualche raro cenno<br />
portato via dall'amaro di essere<br />
anima ingabbiata in una forma<br />
che ha smesso di lottare.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-90603987239551843232018-01-15T02:48:00.002+01:002018-01-15T02:48:48.302+01:00Vorrei che piovesse, tutto quiVorrei che piovesse, tutto qui<br />
e che piovesse di una pioggia con cui poter parlare<br />
del più o del meno<br />
dei fili che non sanno più dove andare<br />
e con quei fili poter camminare<br />
per un tratto non troppo lungo da non saper tornare<br />
né troppo breve al punto<br />
che non valga la pena di provare.<br />
Ma le cose passeranno<br />
andranno via occhieggiando<br />
lasciando il fastidio di tracce che indagare<br />
ormai non val la pena.<br />
Restano i silenzi, in fila disordinata<br />
come bottiglie di quella rara volta<br />
che nella vita forse licet insanire<br />
oppure no<br />
bisogna sempre seguire i propri piedi<br />
anche quando si fermano<br />
e nessuna pioggia viene a bagnarli<br />
di quella meraviglia che saprebbe avvolgere<br />
foglie, e rami<br />
e indicare la via<br />
del passo breve dal cielo alle latebre<br />
quelle fatte di fenditure<br />
e suolo che sembra dormire<br />
invece duole<br />
e pesa<br />
sotto le scarpe chiodate al sole.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-48257749634436450952018-01-13T14:01:00.001+01:002018-01-13T14:01:25.286+01:00di quel nostro tempo così finitodi quel nostro tempo così finito<br />
cui tanto i tuoi occhi appartengono<br />
appaiono<br />
isolati<br />
quasi lampi, ma lenti<br />
questi tuoi sguardi estremi<br />
uguali a tutti gli altri<br />
in cui muti ci riconoscemmo<br />
<br />
è stato un ulteriore dono<br />
questo tuo riconoscermi<br />
e dal letto di dolore<br />
pronunciare il mio nome<br />
e indirizzarmi un bacio<br />
facendo forza<br />
tra le dita che ormai tremano<br />
<br />
solo un attimo, di infinitamente triste gioia<br />
poi ti sei adagiata di nuovo<br />
su quel fondale avido di tua luce, tra le perle<br />
<br />
Non ho che carezze, nessuna arma<br />
che non sia il miracolo<br />
o la speranza<br />
Solo questo<br />
rimanere a guardarti<br />
imprigionando in me tutto ciò che posso<br />
di questo tuo essere<br />
angelo<br />
così dolce che non ti servivano ali.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-33070441147922370682018-01-04T17:03:00.002+01:002018-01-04T17:03:48.178+01:00I volti della speranza. Leucemie e linfomi, la 'fabbrica della salute' punta a 500 trapianti. <div style="text-align: justify;">
I volti della speranza. Li conosco tutti quei volti, quei sorrisi, quelle dita intrecciate e braccia conserte ma pronte, sempre e comunque, ad intervenire, ad aiutare, a non lasciare mai solo nessun paziente o familiare. Ho cominciato a conoscere l'umanità di quegli 'angeli che indossano il camice' in una sera, anzi, in quella sera, di incipiente pioggia, pioggia che minacciava dramma, del 19 giugno 2015, una sera in cui la storia, la piccola storia della mia piccola tribù familiare, è stata toccata da qualcosa che non avevamo motivo di prendere in considerazione, qualcosa di lontano, qualcosa fino ad allora capitato solo ad altri, forse soprassedendo, o non soffermandoci, per timore, per distrazioni o impegni diversi, sul fatto che gli 'altri' siamo noi, anche noi. La sera del 19 giugno 2015 è quella nella quale la dottoressa del pronto soccorso di Fiorenzuola d'Arda mi disse 'si sieda, signor Amoruso...' </div>
<div style="text-align: justify;">
E' la sera in cui mi dissero che Matteo non dovevo abbracciarlo forte perché anche un abbraccio o un urto avrebbero potuto causare la rottura della milza. E' la sera in cui siamo precipitati, siamo stati ricacciati a forza, in una disperazione così prossima e inattesa che aveva dell'incredibile.</div>
<div style="text-align: justify;">
'Il percorso sarà lungo, Matteo; se vuoi, lo affronteremo insieme', queste parole ci disse, nella notte ormai sopravvenuta, il dottor Daniele Vallisa richiamato in reparto stante la gravità del caso. Che era disperato, inutile nasconderselo.</div>
<div style="text-align: justify;">
In quel cammino abbiamo conosciuto quei volti raffigurati nella foto, e altri, tutti gli altri che operano in quel reparto del quale la città di Piacenza, la sanità piacentina e regionale possono, e devono, oserei dire, andar fiere.</div>
<div style="text-align: justify;">
Sono esperienze che ti cambiano per sempre e comunque: passare per quelle stanze, e Matteo è passato per quasi tutte quelle stanze durante i vari ricoveri, ti segna dentro, per sempre, che tu sia paziente, che tu sia familiare o 'semplice' amico.</div>
<div style="text-align: justify;">
Oggi Matteo è qui, nella sua stanza, a studiare o ascoltare musica, e se c'è ancora è grazie alle persone rappresentate da quei volti nella foto, che sorridono, ma che dentro di sé portano ognuno tante e tante storie, come quella di Matteo e come quelle di altri ai quali purtroppo ci unisce ormai solo il ricordo commosso di chi resta.</div>
<div style="text-align: justify;">
Possiamo fare tanto, proprio tanto, non lasciamo questi 'angeli che indossano il camice' a lottare da soli per noi, aiutiamoli, per quel poco che possiamo, e meritiamolo, l'aiuto immenso che essi ci danno, e senza chiedere nulla in cambio, che è prerogativa esatta di chi sa dare amore, al di là della professionalità, che comunque è al massimo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Grazie, e grazie a 'Libertà' e alla sua 'firma' Donata Meneghelli, sempre sensibile al tema delle donazioni.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaua0HwNdq5MVl5NeVJlsxet8RXKfsXuhzAklyvmMtX-zPt7Dy42nZ3NkHsBxSq0z5UgnwEq92O_0RZ7R7G8kbWgOvICfzLP_Rtk-orVDgT6WBPVi8hIe1yzli92FR8vjj_MeYSsHZYvA/s1600/libert%25C3%25A0+4+gen+2017%252C+2a-vert.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="941" data-original-width="849" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiaua0HwNdq5MVl5NeVJlsxet8RXKfsXuhzAklyvmMtX-zPt7Dy42nZ3NkHsBxSq0z5UgnwEq92O_0RZ7R7G8kbWgOvICfzLP_Rtk-orVDgT6WBPVi8hIe1yzli92FR8vjj_MeYSsHZYvA/s1600/libert%25C3%25A0+4+gen+2017%252C+2a-vert.jpg" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
<br />cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-42514812535350135942018-01-01T22:50:00.000+01:002018-01-01T22:51:59.244+01:00di tanta sofferenzadi tanta sofferenza<br />
imparare da una donna<br />
così minutamente<br />
la distanza dal lamento<br />
se fosse possibile<br />
saresti ancora più dentro nel cuore<br />
con la tua anima e i modi<br />
così gentili<br />
che intimorisce sfiorarti<br />
<br />
infinitamente<br />
nelle solitudini che verranno<br />
ti abbraccio<br />
abbiamo smesso di credere<br />
e ormai non tocca che sapere<br />
ora, che di questo ho timore<br />
della luce che si allunga nei giorni<br />
ed è pena non viverla<br />
questa parte di tempo<br />
così desiderata<br />
così attesa<br />
così inutile a te<br />
e fuori tempo e luogo<br />
<br />
senza fine ti porto dentro<br />
e non importa che sia per quanto<br />
sarà comunque per tutto,<br />
per quanto dura effimero un sempre.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-15031700196481007662018-01-01T10:25:00.001+01:002018-01-01T10:25:40.516+01:00Nerina, the cats will know... no, i gatti già sanno.<div style="text-align: justify;">
Chissà se Nerina vorrà aspettare la mezzanotte... di sicuro, sentendo la chiave girare nella toppa, verrà alla porta tutta festante e anche un po' risentita essendosi sentita trascurata per quasi tutto il giorno. Si volterà e aspetterà, come da prassi ormai consolidata, che io richiuda la porta, poi farà un po' di stretching con le zampe posteriori -è il suo modo di darmi tempo- e mi aspetterà, guidandomi fino in cucina, dove i piatti aspettano nella penombra di essere riempiti... sarà come sempre, che cercherò di darle dei croccantini, invece la golosona esigerà la sua succulenta scatoletta: di queste ultime che le prendo è fin troppo ghiotta, e la fanno ingrassare, ma la sera dell'ultimo dell'anno non è il tempo più indicato per negarle questo piacere. Poi andrà alla lettiera... con quel che segue, accompagnata dai miei brontolii.... e infine se ne andrà a dormire da qualche parte su un letto o sotto un termosifone, avvolta nella sua pelliccia nera. So che durante la mia assenza sarà stata a lungo alla finestra a guardar fuori, immobile, che avrà sonnecchiato allungando la zampa anteriore destra, proprio come faccio io, come fanno i miei figli, come faceva mio padre, allungando sotto il cuscino il braccio destro... anche guardare fuori senza parlare lo fa come me, solo che lei in questo è decisamente avvantaggiata, nessuno le domanda perché.</div>
<div style="text-align: justify;">
Insomma... finisce un altro anno, non mi pare ci sia nulla di nuovo da inventarsi; a Bologna, quando ho cambiato treno, ho visto i soliti ragazzi più o meno (meno, direi, purtroppo) pronti a far festa, il treno è quasi vuoto, a casa mi aspetta una gatta con solo la pelliccia addosso, pronta a buttarmi le zampe al collo... e poi aspetterò la mezzanotte, ma senza tristezza da solitudine, no, è una solitudine, o una distanza dai miei cari, dovuta alla necessità di aiutare, per quel che si può, gli altri cari che sono lontani e in difficoltà... quindi fa niente se starò solo con la gatta, la mia Nerina Nerona, forse lo capisce anche lei, che era necessario e dovuto che non potessimo festeggiare. </div>
<div style="text-align: justify;">
A proposito, da bordo di questo ultimo treno 612 del 2017 faccio a tutti tanti auguri di vero cuore, e ad ognuno auguro il giusto, il dovuto: e magari, se a qualcuno il nuovo anno riserverà più di quel che merita... beh, cercate di ripartirlo questo 'di più', se potete e volete.</div>
<div style="text-align: justify;">
Buon anno.</div>
<div style="text-align: justify;">
<img alt="L'immagine può contenere: gatto, tabella e spazio al chiuso" height="374" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/26229361_1376735845788115_7986293248479659404_n.jpg?oh=b68ddc56813a3ef502354a80c3d1faff&oe=5AF93FA7" width="640" /></div>
<div style="text-align: justify;">
<span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; text-align: start;">Ieri sera lui parlava di me...</span><br style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; text-align: start;" /><span style="background-color: white; color: #1d2129; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; text-align: start;">L'ho sentito aprire la porta, gli sono andata incontro, è entrato... e subito mi ha rifilato una di quelle scatolette delle quali va dicendo in giro che sono ghiotta... E' proprio duro di comprendonio, non mi capisce, non si rende nemmeno conto che del cibo mi importa relativamente... La nostra relazione ormai, come dire?,... vivacchia. A me piacerebbe che se ne stesse un po' al mio fianco, anche semplicemente a guardare di là dai vetri, senza m</span><span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; text-align: start;">ettermi a tacere con questi bocconcini e croccantini che mi fanno pure un po' male... Ma sono giorni così, forse non è il momento di chiedergli altro, lo vedo pensieroso, preoccupato, continua ad andare su e giù in treno, esce la mattina e torna la sera... ma con me non ne parla, forse ritiene che io non sia in grado di capire o di essergli di aiuto... questi umani! A volte mi convinco che sono gatti venuti male...<br />Purtroppo mi tocca questo mestiere, di far finta di essere solo una gatta... come dicono? Ah, che i gatti siamo egoisti, mentre i cani sono più sinceri e altruisti, più fedeli... ne dicono di sciocchezze, questi umani!<br />Ma se ne accorgeranno, oh sì, se se ne accorgeranno...<br />Però ora basta cianciare, gli salto sulle gambe e se non mi accarezza lo azzanno...</span></div>
<div style="text-align: justify;">
<span class="text_exposed_show" style="background-color: white; color: #1d2129; display: inline; font-family: Helvetica, Arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; text-align: start;"><img alt="L'immagine può contenere: gatto e spazio al chiuso" src="https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/26169276_1377301345731565_8416278042381433869_n.jpg?oh=e36f4315745a88ee606e74602409d1bf&oe=5AC25823" /></span></div>
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-32370895172038416682017-11-25T17:57:00.005+01:002017-11-25T17:57:50.906+01:00A volte.A volte,<br />
a volte copio, ci provo<br />
il volo dei pensieri<br />
e mi dibatto<br />
in rumori di tasche vuote e di fondali<br />
in cerca di un approdo<br />
tra la mente e ciò che tocca<br />
di più, un cuore ormai insolente.<br />
Ci vorrebbero ali senza tempo<br />
per reggere il passo degli accadimenti<br />
e di lato lasciarli allontanare.<br />
Ma sono sempre qui<br />
a ricopiare informi nuvole<br />
da passeggero senza sosta.<br />
E a volte è così che vorrei<br />
fermarmi in un moto solidale<br />
dove sembra che nulla più si muova<br />
di un cielo vezzoso che sapiente occhieggi<br />
dal vuoto al seguito di un finestrino.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-77171239507810996012017-07-27T15:27:00.002+02:002017-07-27T15:27:34.785+02:00C'era rabbia nella sua originalità.C'era rabbia nella sua originalità.<br />
-Anche nelle sue origini- si era ritrovato a pensare.<br />
<div style="text-align: justify;">
Pure, c'era stato un tempo in cui non lo avrebbe neppure sfiorato l'idea che certi punti così importanti da risultare esiziali, nella vita sua e di chi gli stava accanto, si sarebbero potuti scordare.</div>
<div style="text-align: justify;">
No, ora si era rassegnato ad accettare l'idea - la constatazione, per meglio dire - che tutto potesse essere dimenticato, che tutto potesse sfuggire, che quel castello di convinzioni, di certezze, di conoscenze meticolosamente acquisite e preservate, potesse sfaldarsi così, semplicemente, al solo tocco del tempo. </div>
<div style="text-align: justify;">
Non ricordava più quando tutto questo era successo, ma in qualche modo questo processo doveva avere avuto un suo subdolo inizio, un inizio che silenziosamente aveva cominciato a togliere alla memoria ogni possibile appiglio. Non riusciva ad agganciare il tempo, ne veniva respinto con mano invisibile quanto irremovibile. </div>
<div style="text-align: justify;">
Quella mano ergeva muri, muri tra lui e tutto ciò che era stato, quella mano gli sottraeva la certezza del punto di partenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Non ci sono certezze senza un punto di partenza, è come se dovessi vivere a ritroso - pensò.</div>
<div style="text-align: justify;">
Ripensò a suo padre, a quella rabbia non priva di originalità che lo aveva sempre animato, esacerbato...</div>
<div style="text-align: justify;">
......</div>
<div style="text-align: justify;">
Quando sarà successo? Mi sembrava una cosa così grande, eppure, eppure io non ricordo quando è morto. Ricordo come è morto, perché c'ero, ero con lui, ma non ho visto la morte, è morto senza dirmi nulla, come se entrambi, da sempre, sapessimo cosa stava per succedere. </div>
<div style="text-align: justify;">
Credevo si fosse morso così forte da farsi cadere un dente, un dente piccolissimo che recuperai dalla sua bocca... così credevo, no, non era un dente, non era nulla, era ancora vivo.</div>
<div style="text-align: justify;">
Non aveva la forza di dire nulla, non c'era più quella rabbia così originale nei suoi occhi, o così sembrava che fosse.</div>
<div style="text-align: justify;">
O forse la rabbia c'era ancora, dietro le palpebre così sottili, e forse mi guardava ancora, per vedere come stavo diventando bravo, puntuale, quasi perfetto, nel gestire quei suoi ultimi istanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
Un teatro di morte. Tanto teatro è morte, tanta morte è teatro, se si ha tempo di fingere, se si è così vani al mondo da fingere.</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ti dico che era lì, era lì, era bellissima, era lì, è lì, ti dico che è lì, non la vedi? Unn'a vidi? E' ddà! Vicino l'armadio...</div>
<div style="text-align: justify;">
- Càlmati ora, calmati, per piacere (Lo so che soffri, e non posso fare nulla, lo so... non ho mai nemmeno trovato il tempo di aggiustare quelle ante... non può essere un problema di ante o cassetti che chiudono male, non può essere!...)</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma come non la vedi? Dove guardi... Paravìsu come è bella, come sono belle!</div>
<div style="text-align: justify;">
- Ma dove vicino all'armadio, dove? Chi??</div>
<div style="text-align: justify;">
Dicono che prima di morire si possano vedere persone amate e trapassate da tempo, dicono, dicono, è tutto un dire...</div>
<div style="text-align: justify;">
Mi decisi a domandare cosa stesse vedendo...</div>
<div style="text-align: justify;">
- La mamma, mia madre, mia madre con la Madonna accanto, sono bellissime... che meraviglia! Non le vedi? Tu non le vedi, non vedi niente?... Oh, se tu solo potessi vederle... </div>
<div style="text-align: justify;">
No, io non vedevo, non potevo vedere, non conoscevo quelle due donne che parlavano fitto accanto all'armadio accennando verso mio padre, mentre lui se ne andava: non potevo dire ciò che vedevo, capivo che era sua, tutta sua, quella scena, suo il tempo di morire e il privilegio di vivere un attimo ancora lo sguardo della madre, anche se non so in quale tempo tutto questo è successo; però c'ero, e non serve altro per capire che bisogna che sia breve il tempo che rimane perché si possa dire delle cose che esse non avranno mai fine... dum loquimur fugerit invida aetas, ed anche la memoria di ciò che crediamo incancellabile, fugge via. Rimane quella mancanza, fastidiosa, del punto da cui partire, l'appiglio da cui iniziare a ricordare, quella possibilità di vivere almeno a ritroso...</div>
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-47084128409867983532017-07-18T16:23:00.000+02:002017-07-18T16:34:33.235+02:00AL PADRE, DURANTE LA LEUCEMIA.<div style="text-align: justify;">
Mi ricorda mio padre, questo titolo così duro e semplice, quando lui, per raccontare, iniziava col dire 'durante la prigionia'... sì, c'è qualcosa di simile, se non addirittura di uguale, e non è il numero di sillabe o l'accentazione della parola, no. Solo oggi me l'ha data da leggere, questa cosa, Matteo, e riconosco la sua scrittura, veloce e senza ripensamenti né correzioni. Non voglio ripensare a quello che Matteo ha passato, e con lui tutti noi, ma a volte certe immagini, certe scene si ripropongono, si riformano, con una forza che a stento riesco - e non ne sono nemmeno sicuro, di riuscirci - a contrastare. E allora mi domando il perché di quello che gli è successo, e anche di quello che poteva succedere di ancora peggio, e devo fermarmi, oppormi ai pensieri, li devo scacciare, arrestare... Io, figuriamoci lui, a diciassette anni. </div>
<div style="text-align: justify;">
E' stato forte, Matteo, come un giglio di mare, il fiore che combatte contro tutti, 'pancrazio', come dice il nome greco. Forte, con l'aiuto di tutti quelli che gli abbiamo voluto bene, e di quelli che ci hanno voluto bene. Tutti quelli, cioè, che non riusciamo nemmeno a ringraziare, e che, come chi è in grado di donare, non chiedono nulla in cambio per quello che fanno. </div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd0aOoi7o87-l1TwvU_9u2MnGgPQVCeRAtWupEG6_2LuHeTezihjbYyWgFShtCgdr1SybAHMZNZzTK3mHodXcJubtk96JEAawFeD7raNTU0rqUR2ZrouIxFJEJtFZCHOECWb7hl3dh6dw/s1600/IMG_0425.JPG" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" data-original-height="1200" data-original-width="1600" height="240" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhd0aOoi7o87-l1TwvU_9u2MnGgPQVCeRAtWupEG6_2LuHeTezihjbYyWgFShtCgdr1SybAHMZNZzTK3mHodXcJubtk96JEAawFeD7raNTU0rqUR2ZrouIxFJEJtFZCHOECWb7hl3dh6dw/s320/IMG_0425.JPG" width="320" /></a></div>
<div style="text-align: justify;">
<br /></div>
<br />
AL PADRE, DURANTE LA LEUCEMIA<br />
<br />
Più volte ho pianto<br />
soffrendo. Ero caduto di bici<br />
non ero abbastanza bravo,<br />
a volte bastava lo sfogo per spargere<br />
una voce furiosa<br />
e non ti trovavo.<br />
<br />
Ho sempre visto soltanto<br />
le tracce del mio grido sulle pareti<br />
e tenace la mia solitudine mordeva<br />
nel mio animo sanguinante.<br />
<br />
Ma tu c'eri, c'eri quando<br />
ho sanguinato paura dalle vene<br />
bucate e vuote di sangue, c'eri<br />
nel mio lento morire, seduto conserto in te<br />
soffrendo della mia sofferenza.<br />
<br />
Muto, parlavi.<br />
<br />
Ho visto nella tua mascherina<br />
tutte le parole del mondo,<br />
tutto l'amore di un padre spaventato<br />
defluire e scorrere negli occhi,<br />
fissi nel vuoto della finestra,<br />
nelle mani perse nelle mie piaghe.<br />
<br />
Ora di quelle pareti d'ospedale<br />
l'eco non è più di un ragazzo arrabbiato<br />
ma di mille uomini, due<br />
fattisi uno e tanti<br />
nelle notti di silenzio.<br />
<br />
Muti, parlavamo.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-63250535333142642362017-06-08T02:46:00.001+02:002017-06-08T02:47:19.350+02:00Senza titolo.<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMzPoiXFBaUe8JZna4gfv5vfp2sPuZknPB5onsClm7HQ44rqKRZWKdJTZI2RvqzkztBzdUcpHzHbATum-JaP9di2d4XWS5FGH1NXdzwBVhFPbMN-8mGuLwN-7UA0yDsC-OTam5Vfq1Jcs/s1600/pagina+matteo+fede+4.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhMzPoiXFBaUe8JZna4gfv5vfp2sPuZknPB5onsClm7HQ44rqKRZWKdJTZI2RvqzkztBzdUcpHzHbATum-JaP9di2d4XWS5FGH1NXdzwBVhFPbMN-8mGuLwN-7UA0yDsC-OTam5Vfq1Jcs/s1600/pagina+matteo+fede+4.jpg" /></a></div>
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-86707353280183839462017-06-08T02:44:00.004+02:002017-06-08T02:44:54.925+02:00e vedi puree vedi pure,<br />
il tempo di rubare un attimo<br />
per ammirare una città di sogni<br />
che duri<br />
con occhi di manovale<br />
di chi costruisce nei silenzi<br />
e nulla gli rimane<br />
di tanta lena<br />
che passare non visto<br />
attraverso un mondo che dista<br />
manovale da sempre<br />
tra macerie di parole<br />
e con occhi di polvere<br />
batto le mani ai sogni<br />
perché scappino<br />
prima che strade li catturino<br />
poi ché si sa, nessuno è libero<br />
da questa trama di cubicoli e tane.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-44605339098443486922017-03-17T13:40:00.000+01:002017-03-17T17:06:28.884+01:00Oggi occorre un posto nuovo in fronte al cielo<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">Oggi occorre un posto nuovo in fronte al
cielo<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">un luogo infinito di stagioni<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">dove i sogni non sfioriscano<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">e si riformino, anzi<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">ché tali, infinite ed eterne, sono le
acque<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">tornando quiete, e pronte<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">alle nubi prodighe d’alimento.<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<br /></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">Un posto in più nel cielo<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">occupato dai silenzi<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">e un sogno in meno<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">dal lato di qua,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">una speranza sottratta<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">alla quiete dei giorni,<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">poi in alto<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">in un punto esatto<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">dove non è dato vedere<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">né offendere<o:p></o:p></span></b></div>
<div class="MsoNormal" style="background: white; margin-left: 16.3pt;">
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">la pace sconvolta e ritrovata.<o:p></o:p></span></b><br />
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;"><br /></span></b>
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;">Un vuoto infinito riempie le mani.</span></b><br />
<b><span style="color: #454545; font-size: 11.0pt;"><br /></span></b></div>
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-67751039231912289882016-12-30T19:23:00.000+01:002016-12-30T19:38:15.736+01:00Matteo. 'L'incertezza sulla mia vita mi ha donato la vita'.<div style="text-align: justify;">
Ieri, 29 dicembre, su 'Libertà', il quotidiano che si pubblica a Piacenza, è apparsa una pagina quasi interamente (o forse interamente, non saprei) dedicata alla storia di Matteo... Cosa dire? Io vorrei tanto ringraziare, di mille cose, e per mille motivi, ma mi sento incapace a farlo, mi sento inadeguato, non all'altezza, non saprei dire. Di fronte a tanto debito non so da dove cominciare a ringraziare: mi conforta però pensare di essere capito, la certezza che la gente che dà, quando lo fa col cuore, non chiede nulla in cambio, e questa è la profonda bellezza dello spirito del dare e del donare.<br />
Non aggiungo altro, solo dico che ci teniamo molto a dire quanto sia importante l'informazione per spingere a diventare potenziali donatori di speranza e di vita. La 'tipizzazione' (passaggio preliminare per diventare donatori) non è nulla di particolare nella sua attuazione pratica, è un semplicissimo prelievo, una monetina che conservata nella banca dati mondiale dei donatori di midollo può diventare un tesoro inestimabile, per chi dona e per chi riceve. E anche il prelievo del midollo consiste in una specie di trasfusione che in tutto richiede una mezza giornata di impegno, all'incirca. Poi il donatore farà dei controlli annuali di routine, per dieci anni, ma - per quanto mi è dato di capire - si tratta solo di precauzioni, o forse di dati da raccogliere ed elaborare da parte delle strutture sanitarie e dei ricercatori. Non aggiungo altro, vuoi perché forse ho visto troppo, in questo anno e mezzo, vuoi perché a parlare è giusto che sia Matteo, con la sua forza e la sua volontà di aiutare comunicando quello che ha vissuto e sta vivendo, con il teatro, nelle scuole, durante i controlli in day hospital. Per parte mia, spero di essere di nuovo inutile, al più presto: vorrebbe dire che questo miracolo, celeste e terreno (di medici e ricercatori, personale di 'emato' e del D.H) si è realizzato. Grazie a tutti, buon anno.</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdofVIonoxR8LSbxlzwC1c91fkc2p9GhBXsC3jaImk_w31Iy1lSuGxmYBQsRvJ-lF39SZqfwrpW1Xv5dMXoF0Xl_W314Kp1C5Qx58V6lEkATMjVhmVHkWjrME0Pqdo5jPbbQ7na02NeG4/s1600/pagina+matteo+fede+2.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdofVIonoxR8LSbxlzwC1c91fkc2p9GhBXsC3jaImk_w31Iy1lSuGxmYBQsRvJ-lF39SZqfwrpW1Xv5dMXoF0Xl_W314Kp1C5Qx58V6lEkATMjVhmVHkWjrME0Pqdo5jPbbQ7na02NeG4/s1600/pagina+matteo+fede+2.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-14773769407372488492016-12-11T14:51:00.000+01:002016-12-11T14:51:54.167+01:00M. Benedetti, 'Ganas de embromar', parte secondaEcco il resto della traduzione, per i pochi intimi, errori compresi (dovrei riguardare e correggere, ma mi toglierebbe il piacere dell'immediatezza).<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdr0YY2sGaLDfEPT4UWLADNVm9ZKkC0-axd1PiuiHbvsM2T1UUqYVcvF12c7X8toNSh_Y7JM2VY8gjRGeB33XJRYENmMc0T5yBWujzFxORsERIFCuZv-sEKJLA6PXuzy6l9K6EYd8fn4E/s1600/ganas+de+embromar_07.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjdr0YY2sGaLDfEPT4UWLADNVm9ZKkC0-axd1PiuiHbvsM2T1UUqYVcvF12c7X8toNSh_Y7JM2VY8gjRGeB33XJRYENmMc0T5yBWujzFxORsERIFCuZv-sEKJLA6PXuzy6l9K6EYd8fn4E/s1600/ganas+de+embromar_07.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIcd9xrPsxIta_o0ncTuwq2YRyOOGEVPQ5vFyRo058AMTtj0oOjv-Dyp8INtco_5lniw1og3_uHpzXnR0bfB5Vynrm57EaQXB-QsQSuYFsFC8tmGTqqbEcIxF9pUSnJhXoMm9n7QmpLIY/s1600/ganas+de+embromar_08.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhIcd9xrPsxIta_o0ncTuwq2YRyOOGEVPQ5vFyRo058AMTtj0oOjv-Dyp8INtco_5lniw1og3_uHpzXnR0bfB5Vynrm57EaQXB-QsQSuYFsFC8tmGTqqbEcIxF9pUSnJhXoMm9n7QmpLIY/s1600/ganas+de+embromar_08.jpg" /></a></div>
<br />cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-20652526078691478392016-12-10T15:35:00.000+01:002016-12-10T16:11:28.475+01:00M. Benedetti, Voglia di sfottere (Ganas de embromar)La traduzione è fatta a memoria, da una lingua mai studiata, per cui chiedo venia ai miei più che due e meno di quattro lettori.<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg47rj2UEIASAc5eyZVYrOeVGqJWPI_Cmq1w47zd7NfvXC7B3-gBcIFx0_pJ2oOVua6V8X0g2tM6H8pW1ooIkyLyE9okHQ6DMlnVjNpjb3ajGktVlV6ASgygFZMf_B2N07CcPQrv8LUGM/s1600/ganas+de+embromar_05.jpg" imageanchor="1" style="clear: left; float: left; margin-bottom: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgg47rj2UEIASAc5eyZVYrOeVGqJWPI_Cmq1w47zd7NfvXC7B3-gBcIFx0_pJ2oOVua6V8X0g2tM6H8pW1ooIkyLyE9okHQ6DMlnVjNpjb3ajGktVlV6ASgygFZMf_B2N07CcPQrv8LUGM/s1600/ganas+de+embromar_05.jpg" /></a></div>
<br />
<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
</div>
<br />
<br />
<br />
<br />
<br />
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<br />
<br />
<br />
<br />cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-30130779192804157962016-09-15T09:14:00.001+02:002016-09-15T09:14:31.906+02:00Un altro anno, e gli altri in attesa, a contare e ricontare, a segnalare e cancellare...<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB87V47zgh1gOfwnrY-LBJ_r-8SuVLRz0YLzL0fSxgCIOJglaz2OrvvS_DK_R1zO3ZWxEdMHwqNepU41Xd0UkoD19KrhGkmnOBejv3ak9RzkLuSNdqlfmzKcOy0TmU9DDo2I72ZnJSNow/s1600/mamma+secondo+anniversario_02.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiB87V47zgh1gOfwnrY-LBJ_r-8SuVLRz0YLzL0fSxgCIOJglaz2OrvvS_DK_R1zO3ZWxEdMHwqNepU41Xd0UkoD19KrhGkmnOBejv3ak9RzkLuSNdqlfmzKcOy0TmU9DDo2I72ZnJSNow/s1600/mamma+secondo+anniversario_02.jpg" /></a></div>
<br />cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-32240133243839669662016-09-05T23:37:00.002+02:002016-09-05T23:37:23.107+02:00RitorniamoRitorniamo<br />
Da questo piazzale*<br />
Recita la stele<br />
Partì la prima crociata<br />
A sinistra, ingresso ambulanze<br />
Mano nella mano<br />
Se le paure sono una misura dell'infanzia<br />
Entriamo svelti<br />
A cercare certezze, sorrisi<br />
Mi sento come le mie scarpe<br />
Vecchie impolverate<br />
Timorose<br />
O testarde.<br />
Dietro un numero<br />
Ora aspettiamo<br />
Se questo è un padre<br />
Così ti amo.<br />
<br />
* Su un edificio che si affaccia sul piazzale della chiesa di Santa Maria di Campagna, una stele ricorda che da lì partì la prima crociata.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-80562689218625134312016-09-05T23:29:00.000+02:002016-09-05T23:29:03.200+02:00ho camminato solo (en Calabre)ho camminato solo<br />
posando sulla terra antica<br />
degli avi conquistatori<br />
nel suo battito entomofago<br />
ho udito le parlate loro<br />
fuse nell’ansia del possesso<br />
e della predazione<br />
poi che tutti<br />
sono passati di qua<br />
come un canale obbligato<br />
lungo costa<br />
per rompere poi<br />
varcate le Sile<br />
sul versante opposto<br />
Un trono di liquirizie è rimasto<br />
un liquore intatto fatto di scie<br />
di una chimica bizzarra<br />
voltolante nei cieli,<br />
i massi a mare,<br />
e le argille,<br />
le croci lungo le statali<br />
e un rintocco da sfida radicata tanto,<br />
una faida che si morde la coda<br />
<br />
pure<br />
il tempo delle Calabrie si va uniformando<br />
anche qui<br />
sembra che il tempo sia lo stesso<br />
di quei luoghi che non urgono di un altrove<br />
perché qui è ovunque<br />
qui è lo spazio che parla di sé<br />
e il tempo che si ripete<br />
in una nullità celeste<br />
e profonda<br />
come una serchia che s’apre tra gli ulivi<br />
e si inabissa<br />
in cerca di una gora<br />
per poter significare: ecco il mio pianto!<br />
qui sono gli ulivi nel loro urlo scarmigliato<br />
qui la vite col suo umore a distillare in ceppi sotto Natale<br />
<br />
pure<br />
tutto questo va passando, passerà<br />
Degli scialli rimboccati<br />
dei manti appesi agli usci<br />
non rimane che un ricordo vago<br />
un sentore di risacca<br />
qui en Calabre<br />
dove la vita è un battito<br />
ho atteso che finisse<br />
qualsiasi voglia di moto<br />
mi interessavo solo<br />
a una formica<br />
al suo sogno di argilla<br />
alla serpe affaticata<br />
che ad anse traversava<br />
le squame a strata a strata<br />
per poi riprendere<br />
non vista<br />
o appena percepita<br />
il suo cammino lungo linea<br />
o vita.<br />
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<br /></div>
cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-19137624023416391442016-09-04T12:56:00.002+02:002016-09-04T12:56:16.730+02:00cchjù è rann cchjù è rann<br />
cchjù nta na mana ccinni capa<br />
u cor è nucia<br />
juscia senza riggettu<br />
si fa vucia<br />
c'ammutuliscia e aspettu<br />
com na frugata 'e vent<br />
ca si mpùa<br />
e attrament<br />
s'appiccia nta rua<br />
l'anima nta nent.<br />
più è grande<br />
più in una mano ce ne sta<br />
il cuore è noce<br />
soffia senza sosta<br />
si fa voce<br />
che ammutolisce e aspetto<br />
come una raffica di vento<br />
che sospinge<br />
e nel frattempo<br />
si accende per via<br />
l'anima in un niente.<br />
(mi scuso per il mio italiano...)cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-2387236474829568686.post-81875149884287907372016-09-03T14:09:00.002+02:002016-09-03T14:09:49.465+02:00questo è differentequesto è differente<br />
il sogno a cera persa<br />
quella che tutto inonda<br />
strabocchevole<br />
profondo<br />
incommensurabile nei suoi spazi<br />
di chiari e vuoti<br />
come d'acrolito<br />
così era<br />
differente<br />
dal tempo verde<br />
il colore di nuvola<br />
gioconda<br />
una tristezza<br />
a cavalcare l'ala<br />
di malinconia già fatta strada.cataldamorhttp://www.blogger.com/profile/12323434716091964946noreply@blogger.com0