Lasciarsi cadere il tempo
con malizia dell'attaccante
addosso
doppiando
gli strattoni dei nugoli d'avversari
e sfiorando il suolo sentire
la rarità dell'attimo
ormai prossimo all'impatto
Poi con dolcezza ascendere
e a foglia morta infine
posare
il pallone nel sette
come una antica punizione
sapendo di quel mestiere eterno,
la solitudine del portiere.
14.10.2015
'Punizioni a foglia
morta', le calciava, magistralmente, Mariolino Corso: il pallone
superava la barriera e poi improvvisamente, come svuotandosi, si
posava nel 'sette' (l'incrocio dei pali), alle spalle del portiere,
'incolpevole' fino a quando il cronista non decideva che avrebbe
potuto fare di più per non essere trafitto.
Metaforicamente, o forse
no, allusivamente.
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