Dove sei, dove te ne sei andato... ti sento, al di là dello schermo, ti sento respirare...c'è sempre un diaframma che si interpone tra noi, ineludibile e necessario, sia esso schermo o respiro.
Mi sono ribellato perchè la mia capacità di credere ha vacillato, non so se si rivelerà essere stato un attimo, o se si protrarrà, questa condizione che avrebbe dovuto imporre ad entrambi, a noi due dico, un silenzio quasi assoluto, e un rispetto reciproco che ho sentito venir meno. Perché ho avvertito che mi usavi, ancora una volta, come paradigma o metafora, e non sentivi più, e ancor meno tenevi in considerazione, questa mia richiesta di attenzione; da qui l'urlo che voleva eromperne e che sempre più le righe che mi hai imposto faticavano a contenere. Stai pensando a un 'esame di coscienza', lo so, e mi viene quasi da sorriderne, ma ti premetto che un abbozzo di sorriso è solo un moto istintivo, una abitudine da trattenere, e non è la via per un tentativo di ricomposizione, quella via è più lunga, è così lunga che magari non basta una vita intera a percorrerla, ad averne ragione; te lo dico sapendo di rischiare di essere patetico.
Rimango qui, in attesa. Oggi il mio dio è assente. Forse ti avrei parlato.
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