venerdì 4 dicembre 2015

le mani

le mani
nella loro padronanza
lente
quando smette la ricerca
e spiove
come a non finire mai
in ogni linea esatta
tracciata tra le tessere
acciottolate
umori che scorrono
dove era prima
la polvere nel suo dominio breve
è un tempo che ho amato
un tempo che si è insinuato tra gli anni
negli incroci esatti di pensiero e carni
ora è il tempo che cede le foglie
e non si leva più il vento
stanche vele si mostrano erranti di disarmo
se le mani
esse sì
rimangono
consce di doglianze
di attriti
di crepe avverse che minacciano
dorsi e spazi tra le dita
dove più il dolore sconfina nella pena

un altro tempo attende
il caldo nelle vele
acceso un vento
confuso tra i rincalzi

credo che vada a esplodere
gonfiandosi in un tempo
fatto di sogni ricamati
in quella lacrime e il suo velo.

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