Con stupore di cruna a un passo dal filo
A capo chino scorre il remo
E strenuo, lo stroppo ne governa
I moti di deriva
E’ il mare che sento, dentro
E quieti li vorrei gli attesi scalmi
È sempre così, un ripartire orizzonti
Un rischiarare di luci
È un tempo illune che mi conduce
Si chiama notte, il mio giorno che s’avvita
E sui suoi stessi pani,
non è che ruvida una traccia
Così si ricompone, il nulla di così poco
A volte mi rimane un urlo che so
Come con me si giace
Poi tace
E torna nulla
O poco più
Un urlo, un bacio.
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