Interni di gabbie con anime
e ritagli di cieli
passanti
sento nelle tue dita
quando scaldano le mie sbarre
e mi illudo di te
così da vicino
spinge il tuo petto, e premono
le tue labbra
dove nascondi le parole
e dal tuo corpo di solitudini
colgo carezze gonfie di rugiade antiche
dicevi dell’amore
la tua formula di esserci e dare
e quando mi attraversi
coi tuoi occhi di nulla in cambio
comprendo
i salti da una sbarra all’altra
come a guadare il tempo e il vuoto
con artigli di passero mi afferra
il tuo corpo di amori senza peso
sono io la gabbia
nella tua anima dorata
sono
il colore del cielo in carta trasognata
sull’assito, in cerca, le ali
e tu che vibri, primaria di colori
i più vivi
quelli che sottrai al cielo
pur d’esserci,
ineffabile di voli
quando nell’anima ti scuotono
il bacio
il tocco
la presa salda, il gemito
e dai precordi t’avvolge
il passo in amore della fiera
sono io le tue sbarre
quell’ombra d’ali
tra le tue porte e
il cielo..
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