Ombre migranti, chiuse nel palmo di una mano
trame estranee di città sdrucciole e smalti
screziati delle belle mostre
di sé non dicono che altro vuoto
di volti emersi e di contorni ignoti
ti pieghi così, nella sera
lungo le strie del cielo
E le siepi, i profumi, gli appigli
le strade ben tenute
i margini precisi,
cosa?
L'anima del mondo è altro
un acuto ascendente
una solitudine in gola
il silenzio
un'aderenza che insiste
tra le mani e il mento.
Come te, forse, è sola la sera.
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