Pensé en la lluvia, en el agua
En sus
hilos, en el oro, en tu cara
Miré hacia tus manos, tu cuerpo
Y quise ser gota
Una gota sola, la que baja por tu vientre
La que anda poniendose en ti, por adentro
Como una sonrisa y un pensamiento
Ho pensato alla pioggia, all’acqua
Ai suoi fili, all’oro, al tuo volto
Ho guardato verso le tue mani, il tuo corpo
E ho desiderato essere una goccia
Una goccia sola, quella che scende per il tuo grembo
Quella che va a porsi in te, da dentro
Come un pensiero, come un sorriso
Con la follia di un mancamento
E fluitavo, come alberi
Tra le due rive dei desideri
Li ho visti passare
E i tuoi occhi erano attenti
Forse da qualche parte
Altri rami ingrossano giacenze
E mi dico
il bisogno che hai di vita
E di amarti
Forse non bastano
le linee delle mie mani
se non sono che foglie, poco altro
e a segnarle è un destino che trascuro
me lo ricorda un piccolo dio di fronte
un dio di ripe sdrucciole
e balbettante
di poco più, di nient’altro
nel mio luogo d’amarti
dove tu entri, sola
e nessun dio mi è compagno.
poter essere una goccia... che si posa, vaga in noi e dentro noi, che meraviglia, bellissimi questi versi pulsano e palpitano, come l'acqua scorrono via, ora quieti, come ruscello, ora dirompenti come cascata
RispondiElimina