La poesia
dovrebbe essere qualcosa di universale, l'assunto è così banale che
non dovrei poter sbagliare, almeno in questo caso; non essendo quella
che segue una poesia, mi limito al particolare, anzi mi limita il
particolare, di cui, in fondo, è cosa, se non doverosa, almeno
gentile dare spiegazione ad un molto eventuale lettore...
La prima sciocchezza che
ho scritto in ordine di apparizione è ''cambiano a Metaponto i
crotonesi sul Basento'' ...giocando su un verso di A. von Platen (lì si parla di Busento),
ritrasmessoci da Carducci, che suonava - si potrebbe dire
'barbaramente'; ''cupi a notte canti suonano'': chi
conosce almeno per sentito dire i viaggi della speranza, i tentativi
di centinaia di migliaia di persone che tentavano di agganciarsi ad
una vita decente o appena migliore, chi sa qualcosa delle privazioni
e delle speranze, e dello stato di abbandono, dei silenzi, delle
assenze che da queste terre sembrano quasi incancellabili, beh, forse
quelle persone possono capire cosa significa quel ''cambiano''.
'Madonna
di mare' è una collina sul mare, quasi bordata in ampia curva da una
ferrovia a binario unico, percorsa soprattutto da littorine - oggi si
chiamano automotrici termiche - che collegano tutte quelle colonie
magnogreche di cui la locale retorica continua a
magnificare...Taranto Sibari Crotone Locri... e le ridenti
località costiere, che non si capisce cosa abbiano poi da ridere...
sì, stavo dicendo che a Madonna di mare è relegata, nella
immancabile piccola chiesa, la statua di san Cataldo, con annessa
storia di marinai, naufragi, ritrovamenti, miracolo, e postura a
devozione, amen... e ti pareva!
Si ammirano
inoltre: stabilimento industriale nei pressi di Punta Alice, su
preesistente insediamento magnogreco con tempio dedicato ad Apollo
Aleo, che gli operosi tombaroli locali hanno provveduto a tempo
debito a razziare, una torre d'avvistamento medievale, 'a turra
vecchia', in ottimo stato di abbandono, e poi, adiacenti alla chiesa
di cui sopra, i cosiddetti 'mercati saraceni', talmente ben
restaurati che è praticamente inutile visitarli... bastava una
ricostruzione tridimensionale; la vista che da qui (dovrei dire colà)
si gode potrebbe essere impareggiabile (che significa godibile), ma
sarebbe un risultato scontato, talché (bello, eh, 'talché'?) sì è
provveduto a mitigarne la bellezza con accurati accumuli di materie
plastiche, sacchetti rigorosamente non biodegradabili, lattine,
cicche, scorze di melone, avanzi di accoppiamenti furtivi e varie ed
eventuali ivi sapientemente collocati, con l'evidente fine di evitare
ai visitatori il rischio dell'insorgenza della sindrome di Stendhal;
può bastare: questo posto racchiude o mi ricorda buona parte di ciò
che di bello il mio sguardo trattiene di questi miei cinquant'anni.
qui dove i telefoni non prendono
altro che vento e cavità di mari
dove seduto ascolto un rigurgito di
sale
risalgono a piedi gli achei
scartando littorine
seguono una bava di binario
con scudi di cartone
vengono qui i miei guerrieri di notte
con facce spaurite di civetta
a Madonna di mare
sfogliano cartoline
di moderne ristrutturazioni
mercati saraceni torre di guardia
chiesetta
e trenino a dondolo
sullo sfondo
la montecatini
sotto
murato a morte
tempio di apollo aleo
il bel volto
cercano una mappa gli achei devastata
la città sepolta
non sanno di carte e cacce di tesori
che anche questo posto
nasconde alla vista
sette camere e spezzato un filo d'oro
oggi che asparagi si contendono
selvatici i figli degli achei di
sempre.
31 maggio 2010
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