venerdì 23 agosto 2013

e ad ora ad ora

e ad ora ad ora
sai d'aria nell'aria
e posso guardare traversare sbarrare
le mani gli occhi a fondo
liquida
la terra liquida
palilalia che precede i silenzi
nulla avevo da aggiungere
ai sogni che vanno
avvitandosi a un belvedere di meraviglie
ad albe ad oriente
a tramonti oltresilvani
e niente
rimaniamo fatti di intrecci e dita
come di palme di domenica a pasqua
davanti a questa chiesa microscopica
che sa di krimisa e macalla
di origani e tetti
aguzzi ma solo d'occhi
e piani
come piogge che dilavano
e polveri, umane

ho bisogno di te,
d'aria nell'aria ti dico

oltre i paraventi e le barriere irte
di segmenti disumani
e di ferite a scaglie controvento

per aprirti sorridere
con te
di questo luogo che sai
ma di dentro
e sempre così inagevole
dove ti vivo, libera

questo voglio, portarti dentro.

(mateo, cartas entreabiertas)


2 commenti:

  1. Me lo domando da solo: ha senso appuntare queste 'cose'? E perché non mi decido ad abbozzare una risposta? Forse è semplicemente ora di finirla...

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