martedì 30 agosto 2016

Un anno fa...


       Un anno fa, un anno esatto, dove 'esatto' non significa solo 'preciso'...
    Questi figli che hanno il mio stesso vizio, di affezionarsi subito anche alle persone appena incontrate... Per non illudermi, per non soffrirne, mi imponevo consapevolmente di staccarmi, a volte in maniera improvvida, da tanti affetti nascenti. Se fosse allora un bene o un male non saprei dirlo. Di certo, oggi come allora, questa forma di difesa mi dà di che soffrire.

     L'atmosfera del reparto è ovattata, sembra sempre che tutto vada bene, e allora ci inventiamo dei trasferimenti in ospedali di altre città, per quelli che non vediamo da qualche giorno e dei quali mi domandi...

     Mi ritrovo spesso a guardare fuori, e Matteo mi domanda a cosa io stia pensando... E' allora che mi concentro su una gazza, una crepa su un muro di fronte, la targa di una automobile.

     E intanto rivolgo un pensiero a quelli che abbiamo conosciuto e ora si trovano in ospedali di soli prati senza fine.

    Non voglio osservare gazze, crepe, targhe, né, soprattutto, darti le spalle, Matteo, anche perché passa dagli occhi, forse, tutto il meglio che si possa dare...Di sicuro lo dicono, questo meglio che vorrei darti e che non so come si chiama.

giovedì 18 agosto 2016

come a censirne il profumo

come a censirne il profumo
ma non basta
è come una sabbia urgente
di solitudini giustapposte
sono le anime
e il tempo che vi insiste
fatto stelo
in un dato
solo
a risolvere gli assunti
tutti
prima che sia mare
e dopo che si sarà fatto cielo




mercoledì 17 agosto 2016

un calendario fermo a due anni fa

un calendario fermo a due anni fa
e a tutti gli anni che verranno
le lancette sono andate via
portandosi dietro le piccole cose
quelle che forse non bastavano
ad affrontare una vita ci vuole altro
non bastavano più
le pareti a difesa
ora sono distratte
tra una tela di ragno e l'altra
e l'occhio frettoloso
la mano che non si posa
occorrerà provvedersi di teli
e scostarli
perché la polvere non abbia il predominio
seguono
in duplice fila
formiche
sorprese le inghiotte
una luce subito richiusa
la prima volta qui
senza le tue domande
quelle che ritenevi le adatte
per il tuo mestiere antico di mamma.
Di quello che ti ho scritto
sulla tua lapide non si legge quasi nulla
non importa
a te non bisognava dire
eri mia complice di vita
sempre
prima che fosse giorno
così, come ora dormi
supplice di riposo.

martedì 2 agosto 2016

le briciole si son fatte grandi

le briciole si son fatte grandi
ora vanno sole
attratte nel loro peso
inaspettato
verso il fondo
le vedo inabissare
in una goccia di mare
trovammo la gioia
e un ippocampo
microscopico
era confuso
giovane
reduce da chissà quali guerre
lo tenemmo sospeso
al filo dei giorni
così grande
e indifeso
dentro una boccia di vetro
che ne moltiplicava il peso
briciole e cavallucci
rovesciati
obesi
e sul fondo del mare
un sapore di offesa
costava nulla
o tutto
o tanto
resistere ancora
nascosti in superficie da una bolla
invece
scivolavano tra le gambe
le sfioravano
i cavallucci
le briciole gonfie
e se ne andavano
così
come sa attrarre
sul fondo il mare.