domenica 22 maggio 2016

essere un attimo di nuvola

essere un attimo di nuvola
uno solo
come un uomo
che guarda
che sogna
che rimira dorato un dorso
di mano
forse
o il pulsare di una vena
ma per un attimo
nuvola
con solo cielo accanto
e un silenzio che azzurra ogni pensiero
come in alto
solo
come un'ala che diventa mano
e insieme imparano
che volare, troppe volte
è questo suolo così aspro
dove sostare
è quasi un sogno
dopo esaurita ogni lotta.
E si fa tardi
sulla sera senza sosta.

giovedì 19 maggio 2016

Federica Amoruso, 'La bambola di Bineta'.

Se la mia 'bimba dai capelli d'oro' sapesse che ho postato qui queste sue due paginette di sicuro si arrabbierebbe, ma poi ci si farebbe su una risata, o si stringerebbe nelle spalle, o entrambe le cose. Intanto non le dico nulla, se poi lo scopre, pazienza. Spero lo prenda come un apprezzamento o un complimento silenzioso.

 

       

martedì 3 maggio 2016

Camminiamo.

Camminiamo
Dalle case dei pazzi
D'ogni tanto si affaccia
Qualcuno che sembra aver capito tutto
E sembra dire che non serve a nulla
Una sigaretta, forse
Un giaciglio
E le piccole case per le rondini
Che di maggio non servono
Come le domande o le risposte
Incoccate in un arco rapido di baleni.
Una rosa è una rosa è una rosa
E nessuno può saperlo meglio di un maggio
Che occhieggia dai rami di un ulivo.

lunedì 2 maggio 2016

Mirare alle nuvole.

Mirare alle nuvole
sempre più da presso
e sentire
a filo d’orizzonte
la pena del volo che non spicca
rimane
incoccato
il pensiero appeso al suolo
e gira
il mondo
gira lievemente
come un quadro
in debito di livello

rimetto a posto le nuvole
quelle nuove
le mai viste
e quelle che mai mi sorpresero
ché guardavo in terra
per sommergerle
in pozze di sorrisi

le nuvole mi raggiungono sempre
dove più nulla mi vede
e si imprimono
in tondo
nella loro corona
di cuori
di quadri senza chiodi
e fiori
ormai colati a picche.

Le amo quelle nuvole
mai state prima
così prossime
ad un finale in turbini di pioggia.
Pioverà senz’altro
e farà meno male del buio.

domenica 1 maggio 2016

Non voglio più pensare

Non voglio più pensare
E il novero è dolente
Dei volti che altro non domandano
Che di un ricordo che abbrevi
Il tempo dei trascorsi
Ché lento
Incede
Il peso della ricordanza
Sono veli risaputi
Che scosto, quasi indovino
Di polveri che veloci
Adombrano alle viste
Fin dove possono
La memoria e il tatto
Ma poi
Poi non so
Quanto regga
Il filo che tutto tiene
E l’insieme
Si allontana
Quasi scusandomi
Riparte
Un nodo di un attimo
Che solo la gola
Dissimula
E tutto
Appare
Secco
Come un colpo di tosse che ristava
Chissà dove
Voce in cerca
Di suonatori e suono.