sabato 25 giugno 2016

Borges, Magazine Littéraire, n° 259, novembre 1988, parte II.

Probabilmente non avrà nemmeno un destinatario (che significa: a nessuno gliene può fregare di meno) la mia promessa di esporre su questo blog la monografia dedicata a Borges da 'Magazine Littéraire', sul numero che conservo -ormai non so neppure perché, forse mania di raccogliere oggetti?- da circa trent'anni. A volte questi oggetti sono strani, rimangono lì, dove li riponi, quasi motu proprio, come se non fossero in grado di andarsene, di abbandonarti, di loro spontanea volontà. Sono oggetti incalliti, non se ne vanno, non si spostano, ti abitano...
Con questa seconda 'puntata' si conclude la biografia di J.L.B.





venerdì 24 giugno 2016

Riturnella, postilla.

Questo trascuratissimo blog 'a singhiozzo' ha superato le cinquantamila visualizzazioni, nulla o quasi in confronto al precedente blog, 'catablogario', che su 'Splinder' ospitava le mie 'cataldate'. E' un blog 'disinteressato', ma fa comunque piacere raggiungere dei punti particolari, per così dire, un po' come accade con gli anniversari o con certe ricorrenze o scadenze. Devo dire che il post su 'Riturnella' ha raggiunto e superato, da solo, più di settemila visualizzazioni: questo mi fa piacere, cioè che un tema, un argomento, così particolare, specifico, venga letto e ricercato veramente da ogni parte del mondo, dai paesi più impensati ('calabresi nel mondo', la causa scatenante, ma non solo, ritengo). Spero di aver fatto contento qualche nostro emigrato, parlando di Riturnella, seppure (e anche più, a dire il vero) da non specialista, da profano e, per chi volesse, da ciucciu 'e simenta (che potremmo tradurre con 'asino totale'). Ora, però, un problema lo avrei... come faccio a dire che, a ben guardare e dopo gli ultimi spunti raccolti, mi sembra che intorno a Riturnella si sia costruito qualcosa di poco chiaro, almeno sulla localizzazione delle origini di quel meraviglioso canto. Ma forse è meglio tenersi l'illusione, dopo tutto... va bene così, dài.
 http://krimisa.blogspot.it/2012/12/riturnella-rondine-traduzione-e-commento.html
http://krimisa.blogspot.it/2013/01/riturnella-traduzione-e-note-di-ca.html

Borges, magazine littéraire, n° 259, novembre 1988, parte I.

Nell'ultima 'puntata' accennavo alla clemenza e della buona sorte e dei detentori dei diritti d'autore sugli articoli contenuti nel numero più sopra citato del 'Magazine Littéraire', ai fini di una riproposizione della monografia borgesiana in esso contenuta. I testi sono, ovviamente, in francese, ma non necessitano, ritengo, di una particolare perizia in quella lingua, per essere compresi almeno a grandi linee, dal momento che sono scritti in uno stile che mi sembra veramente chiaro e fruibile anche da non francofoni o da non esperti di francese, come il sottoscritto: si capisce, bisogna rassegnarsi ad ammetterlo. A me sembra, anzi ne sono convinto, che le storie della letteratura, i manuali di storia, e parzialmente anche le poesie, siano i testi più facili e fruttuosi per avvicinarsi alle lingue straniere. Da profano mi sbaglierò, ma è un errore che si può fare, costa poco o nulla.







mercoledì 15 giugno 2016

'Esse est percipi', attualità di uno straordinario J.L. Borges.

Ricorreva in questi giorni, esattamente l'11 giugno, il trentennale della scomparsa dell'Omero del '900, una data che mi sembra non sia stata particolarmente rimarcata dai media. Poteva essere una occasione per ricordare il grande pensatore argentino, un modo per segnalarlo o ricordarlo ai più giovani o ai meno interessati, ma tant'è, forse mi sono perso qualcosa, ho peccato di disattenzione o di distanza da quanto mi accade intorno, non saprei dire. 
Conservo da quasi trent'anni la rivista francese la cui copertina ripropongo in esergo a questo scritto. I francesi sono sempre attenti alla cultura, forse più di qualsiasi altro popolo. Non è il caso di tentare classifiche o classificazioni, non avrebbe senso, forse.
Nei prossimi giorni, buona sorte permettendo e copy right benevolmente accondiscendente, vorrei riproporre l'intera monografia apparsa allora su 'Magazine littéraire'.
Intanto, visto che proprio in Francia si stanno svolgendo, in questi giorni convulsi per i 'cugini transalpini', gli europei di calcio, senza pretesa alcuna vorrei riproporre ai miei quattro amici lettori questo 'esse est percipi', racconto breve e perfetto del quale siamo debitori alla coppia Borges-Bioy Casares. Umilmente credo di poter dire che questo 'raccontino' - il diminutivo è relativo alle dimensioni del testo- è imperdibile, da leggere e rileggere e magari segnalare alle altrui intelligenze e sensibilità. 
Di seguito il link:

venerdì 3 giugno 2016

Due poesie di Matteo.

Matteo ricorda il suo primo compagno di stanza, la numero 7 di 'emato' (ci permettiamo di chiamarlo così, familiarmente, il reparto di ematologia dell'ospedale di Piacenza). Marco, un uomo mite e dolente di dolore vero, non di quello che svolazza in ore stultorum, potendosi equiparare, il dolore fuori luogo, al riso inopportuno. Gli si erano affezionati subito, a Marco, Matteo, e anche Francesco, che spesso lo andava a trovare, nel 'breve' tempo in cui lui, Marco, occupò una stanza diversa da quella di Matteo. Tempo 'breve' è il tempo del 'non c'era più nulla da fare'. Matteo non ha mai smesso di domandarmi di Marco... per qualche mese gli abbiamo ripetuto che era stato ricoverato a Bologna, poi un giorno abbiamo deciso di dirgli di tutti quelli che non ce l'avevano fatta. Non è stato facile, ma lui, Matteo, ancora una volta è stato più forte di tutto e di tutti, di tutti noi perlomeno. 
Matteo non scrive mai a caso, credo sia evidente.

IN MEMORIA

Rispondeva al nome di
Marco Teroni, meccanico
il volto che condivise
per primo i timori
di questo fragile cuore.

Sordo da un orecchio
ma tu sentivi meglio
ascoltavi meglio
la pena dell'animo
quando ingabbiato
vuole fuggire.

Il sorriso emaciato
di quest'uomo
è ora il vento che sospinge
le mie gambe.

E anche se al tuo nome
nessuno più risponde
Io ti so vivo.

DOLORE

Dolore non ha
un nome, ogni parola
affonda, trapassa e lascia
la sofferenza reliquia intatta
dell'umano vivere.

Dolore non ha volto
ma certe notti mi scruta
delle sue orbite vuote
ho sentito lo sguardo come
catena sul mio animo.

Nessun suono è del dolore
anche se in ogni suono
è sofferenza,
eco del nostro quieto
morire.

E senza riflettere né rilucere
il dolore è nulla, nulla è dolore
se non l'istantanea
di questo nulla vita
specchio
in cui trovo me impresso.