mercoledì 15 giugno 2016

'Esse est percipi', attualità di uno straordinario J.L. Borges.

Ricorreva in questi giorni, esattamente l'11 giugno, il trentennale della scomparsa dell'Omero del '900, una data che mi sembra non sia stata particolarmente rimarcata dai media. Poteva essere una occasione per ricordare il grande pensatore argentino, un modo per segnalarlo o ricordarlo ai più giovani o ai meno interessati, ma tant'è, forse mi sono perso qualcosa, ho peccato di disattenzione o di distanza da quanto mi accade intorno, non saprei dire. 
Conservo da quasi trent'anni la rivista francese la cui copertina ripropongo in esergo a questo scritto. I francesi sono sempre attenti alla cultura, forse più di qualsiasi altro popolo. Non è il caso di tentare classifiche o classificazioni, non avrebbe senso, forse.
Nei prossimi giorni, buona sorte permettendo e copy right benevolmente accondiscendente, vorrei riproporre l'intera monografia apparsa allora su 'Magazine littéraire'.
Intanto, visto che proprio in Francia si stanno svolgendo, in questi giorni convulsi per i 'cugini transalpini', gli europei di calcio, senza pretesa alcuna vorrei riproporre ai miei quattro amici lettori questo 'esse est percipi', racconto breve e perfetto del quale siamo debitori alla coppia Borges-Bioy Casares. Umilmente credo di poter dire che questo 'raccontino' - il diminutivo è relativo alle dimensioni del testo- è imperdibile, da leggere e rileggere e magari segnalare alle altrui intelligenze e sensibilità. 
Di seguito il link:

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