Incipit:
…Ed
ecco ad ogni modo perché io vi dico: contro la luna non c’è niente da fare.
La mia moglie era agli
scappini, il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima… Sono un
murcido, veh, son perfino un po’ gordo, ma una tal calma, mal rotta da quello
zombare o dai radi cuiussi del giardiniere col terzomo, mi faceva quel giorno
l’effetto di un malagma o di un dropace! Meglio uscire, pensai invertudiandomi,
farò magari due passi fino alla fodina.
-
Cosa
guardi?
- I
libri, i miei libri, sono bellissimi, anche se non li ho mai letti, qualcuno
nemmeno mai aperto. Coi libri sono stato sempre fortunato. Non posso provarlo,
ma sento di averli sempre indovinati.
Penso, per un attimo, che solo una
personale onestà potrebbe negarmi questa certezza, ma mi sembra un dato
trascurabile.
- - Sento
che non li leggerò mai questi libri, che non riuscirò mai a farlo.
- - Ma
certo che puoi, che potrai, nulla te lo vieta.
- - E
quando? Quando sarò morto? Anche a portarmeli dietro, sarebbe difficile… Potrei
ridimensionarli, ma non sarebbe lo stesso… potrei trasferirli su cd, altrimenti
la bara potrebbe rompersi con il loro peso, e comunque tutti non ci starebbero,
e poi non saprei quali scegliere.
- - Allora dovresti portarti dietro anche il
computer, per leggerli …
o (omissis)
Explicit:
Contaminazioni
da:
Tommaso
Landolfi, ‘Il racconto del lupo mannaro’, ‘La passeggiata’, ‘La dea cieca e
veggente’, ‘Conferenza personalfilogicodrammatica con implicazioni’;
J.
L. Borges, ‘Tlön, Uqbar, Orbis Tertius’, ‘Pierre Menard, el autor del Quijote’;
Anónimo,
Prefazione al Lazarillo de Tormes;
Cataldo
Antonio Amoruso, ‘Cose mai scritte’.
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Tentativo
di traduzione in italiano ordinario del brano in italiano straordinario di
Landolfi, tratto da ‘La passeggiata’:
La mia moglie era agli scappini,
il garzone scaprugginava, la fante preparava la bozzima… Sono un murcido, veh,
son perfino un po’ gordo, ma una tal calma, mal rotta da quello zombare
o dai radi cuiussi del giardiniere col terzomo,
mi faceva quel giorno l’effetto di un malagma o di un dropace! Meglio uscire,
pensai invertudiandomi, farò
magari due passi fino alla fodina.
Mia
moglie era in calzini, il garzone disfaceva le doghe delle botti, la domestica
preparava il pastone di cruschello per ammorbidire la tela (un intruglio, un
decotto)… Sono uno svogliato, veh, son perfino un po’ ottuso, ma una tal calma,
mal rotta da quel picchiare violento o dalle rade sentenze del giardiniere col terzomo, mi faceva quel giorno
l’effetto di un impiastro o di un cerotto depilatorio! Meglio uscire, pensai invertudiandomi, farò magari due passi
fino alla miniera.
Per
le due parole in grassetto potrei fare delle supposizioni, ma sarebbero fuori
luogo, non è qualcosa di simile che necessita, in questo caso, ma qualcosa di
corrispondente al dire di Landolfi.
La
storia de ‘La passeggiata’ è un po’ simile a quella delle teste di Modigliani,
uno scherzo che lo scrittore giocò di sicuro a qualche critico letterario, ai
veri linguisti non saprei. Si tratta di tre paginette, forse nemmeno, delle
quali, per quante ricerche abbia fatto, non sono riuscito a trovare una
traduzione, nemmeno abbozzata. Vedere alla voce: ‘Conferenza
personalfilologicodrammatica con implicazioni’, e dimenticarsene, non so perché,
ma dimenticarsene.
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