giovedì 5 settembre 2013

gli occhi che vedono male

gli occhi che vedono male
non sanno se di fatica o gonfiore
portare in croce due ali
e rovinare
su un assito
di panche rovesciate
e barche senza più uno straccio
che ne segnali il fasciame

a calafatare ore
e giorni
e punto punto
e passo passo
aspettare che finiscano tutti
questi sogni da puttana
da traditore quotidiano
di cosa in cosa
come un passero
di ramo in ramo
finché finisce
e spicca un volo
un nuovo attacco
e poi dai
e dai
che tutto va a finire
e non era necessario
era solo spuma
rapida a sparire
e nuova sabbia
inarrestabile
lesta
a ricoprire
tutti questi spini
questi giorni
senza un fine,
una parte
giorni che spiovono
come falde scosse
di gonne
tese
come di cappelli persi
ed acque
acque
maledette acque
d'amate terre
e questi acroliti
nelle rotonde
questi corpi di soli arti e facce
a chiedere
a questi uomini che fottono
fottono soltanto
più lupi dei loro stessi giorni
più assi delle loro stesse gabbie
dove vanno
questi giorni che mi sanno
come il rumore a testa bassa delle nuvole
quello che ho dentro
nella mia testa abbandonata
sopra un letto di lenzuola a fiori
con mia firma d'oleandro
se ci fosse almeno
altro ma
non c'è altro orizzonte che questo
questo nulla impietrito
questo totem di bottiglie vuote

non ho voglia di piangere o di ridere
ho voglia di nulla
un nulla di umano
una briciola d'occhi
una mollica infame di sorriso
un pezzo di pane intriso
d'olio, di zucchero
di casei morte
non ho voglia di nulla
non mi valgono più i cieli
l'azzurro e non mi sarà lieve
la terra
anche il suo peso
sotto le scarpe è grave
e tu scalza, anima da preda
ti allontani
tu
la mia anima da puttana.

5.9.2013

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