sabato 13 gennaio 2018

di quel nostro tempo così finito

di quel nostro tempo così finito
cui tanto i tuoi occhi appartengono
appaiono
isolati
quasi lampi, ma lenti
questi tuoi sguardi estremi
uguali a tutti gli altri
in cui muti ci riconoscemmo

è stato un ulteriore dono
questo tuo riconoscermi
e dal letto di dolore
pronunciare il mio nome
e indirizzarmi un bacio
facendo forza
tra le dita che ormai tremano

solo un attimo, di infinitamente triste gioia
poi ti sei adagiata di nuovo
su quel fondale avido di tua luce, tra le perle

Non ho che carezze, nessuna arma
che non sia il miracolo
o la speranza
Solo questo
rimanere a guardarti
imprigionando in me tutto ciò che posso
di questo tuo essere
angelo
così dolce che non ti servivano ali.

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