smesso da mare
è giorno ed amo
a più, non soffio
il vento irriverente
battito, latenza
canovaccio di cavità lontane e intense
ovvero:
squame che s'aprono
sottili
protezioni/scudi/cuori
le mie parole senza senso
sì, perché m'inebri il sogno, sì
perché il desiderio m'abbia, in faccia
perché i ricordi, mai smunti o spauriti di sembianze
sconvolgano i lini e il crine
che solevo e so
levare
àncora ed oloferne
ecco, la speranza che m'annoda
ha vita nelle lontananze
negli oblìi salati
nelle discese di stelle ai mari
caduti
come un tonfo di luce e di lampare
io non ho senso
non ho
questo io nel costato
un itinere stellato
ho un io che mi costa a lato
un rifiorire di costernazioni
o solo un dislivello di parole
qualche ricordo di poco impatto
e addìi, dosati, successivi
punti che mi scollegano
o bene, poi
silenzi animali, senza senso
a volte fatti di parole.
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