giovedì 22 gennaio 2015

lascialo aperto,

lascialo aperto,
quel tuo nome di luce
e il tuo sorriso troppe volte muto
prometti
che non dovremo essere mai più
così importanti da doverti stare accanto
e che la mano che ti accarezzo
abbia ancora fretta
di altre cose da fare
quotidiane e di poco conto
oggi ti siamo tutti intorno
e forse vorresti lasciarti andare
ma solo al pianto
non oltre
per dimenticare
queste algide pareti
d'ospedale bianco
come l'insonnia di stanotte
che ti sento lontana
in quel tuo mondo di silenzi bambina
a difenderti dal mondo

devi farcela
e anche io, anche noi, a non piangere
come quando nel cortile
a dama mi stracciavi
nel vento dolce dell'infanzia

dài, sono solo isole piccole,
di sale in cerca d'orizzonti,
non piango,
tu non lo vorresti.

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