venerdì 3 gennaio 2014

Non si vede il tempo.

E' un ricordo del tempo in cui i cacciatori venivano al mio paese per 'sparare' e prendevano stanze in affitto; in maggioranza provenivano da Reggio Calabria e la loro presenza ritagliava quasi una piccola stagione, che non era semplicemente, o non solo, 'la stagione della caccia'. In fondo anche questa è solo una metafora d'un altro tempo.

Non si vede il tempo
                        Tu levi
dalle mani le tasche
    e si sente come un battito
le ali.

Tornerà dal cielo
con le rondini
e poi col passo delle tortore
il tempo delle cacce
verranno da Reggio i cacciatori
coi loro cani esili
fiuteranno i luoghi
prenderanno stanze
da Donna Emma, da Donna Bellina
come un tempo
rideranno senza posa
apposteranno senza tregua
vuoteranno i carnieri
eleveranno levrieri come creature
splendide del loro stesso sangue
fatti carne
liberanno fino a notte fonda i cacciatori
poi nell'alba con occhi scialbi
e già aguzzi
faranno la posta
alle prime donne e agli angoli delle chiese
mostreranno i calzoni gonfi nel primo mattino
vuoteranno le fiasche alle labbra
fischieranno ai cani
si rincorreranno nelle loro giubbe da soldato
nelle reti nei coltelli
nella panoplia da caccia
caricheranno le auto dei vini migliori
prenderanno la via del mare
orinando nei rovi e per strada
la moria delle ali
silente
sarà contraria alla litania
del ritorno, ai ventri a terra tenera e violenta.

Un vento si accuccia nelle tasche
gli affido parole slegate e ricordi invertebrati
Avessero le mie dita il candore d'allora
quando stracciavano i miracoli  ridendo.

28 maggio 2012

2 commenti:

  1. avessero le mie dita la capacità di dire attraverso questa tastiera l'emozione, sarebbe ancora e di nuovo un altro tempo.

    Rigobianco

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