nessuna lingua
che l'oscura
questa che si dibatte
come in gabbia
che ripone artigli, che passa
tra gli avanzi d'ali
nessuna lingua
che non sia madre e inganno
le gabbie parlano
perfette
palizzate adamantine verso l'alto
verso un cielo senza tetti
dove svettano nubi
come acritiche
o solo inarrivabili
nessuna lingua per dirle
forse un anelito si svuota o un viatico
gli avanzi, un viaggio a rovesciare
tavolo e gabbia
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