è freddo il reticolo
e di spalle impreciso
qualcosa
mira
sotto gli omeri, dove finisce il vuoto
l'alidada si
abbassa
cerca
nel moto fragile di rifugio
improvvisato di
cespuglio
la lepre si sofferma
ha in mano carte di nessun
valore
è comandata a morte
nessun accordo, il cacciatore è
chiaro
da qualche parte si dovrà iniziare
negli occhi il
ricordo di una lepre nella notte
rivelata dalla luna
di una
campagna senza nome
e di neve
e nella neve una famiglia
di
piccole lepri
immobili e attente
come una umanità
secondaria
mute
e i fari accesi denti
sguainati sulle
collottole mani
inguantate e luce di luna che non cessa
fredda
come lama a fendere
una trama di notte e lepri
infreddolite,
restano sul mattino
per strada
quando l'occidente rientra
nella
sua chiusura come un lampo.
20.5.12
Nessun commento:
Posta un commento