Ante:
quella che segue ha
rischiato di essere la settima parte di questa cosa che vado
appuntando su questo puntaspilli virtuale (virtuale non so fino a che
punto); non lo sarà, per stanchezza, inadeguatezza, mancanza di
senso, e forse per un distacco dalla realtà sempre più deciso, fino
a farmi sembrare inutile anche la ricerca del poco sollievo che
appuntare queste cose poteva darmi... mi sbagliavo. Unicuique
suum, del resto.
Post:
beh, comunque alla fine
Lui/Enrico, sarebbe arrivato ''in salvamente'' (espressione
tipica delle sue parti), e avrebbe fatto l'amore in italiano con la
moglie... che comunque la si voglia leggere non è cosa da poco,
farlo in italiano... intanto chi scrive non sa come si fa a togliere
il ''completamento automatico''... sarà anche gratuito questo
programma, ma quasi quasi in questo momento rappresenta l'irrompere
dell'assurdo nel quotidiano... proprio come ho letto in qualche
premessa al teatro dell'assurdo che ecc. ecc.
Altre fonti riferiscono
che Enrico riusciva a frenare all'ultimo istante in una galleria poco
illuminata (in galleria accendere i fari, art. 109 T.U.) fermandosi a
pochi centimetri da un telonato con la scritta: FRATELLI MORRA
LOGISTICS VALSINNI... i fratelli di Isabella che aspettavano in
autostrada!
Sì, viaggiare...(Lui, intanto...)
Lui è per antonomasia il
sospettato, l'insospettabile, colui che sospetta: dipende dalle
stagioni.
A Lui, a questo 'lui'
converrà dare un nome... lo chiameremo Enrico, sì, Enrico si presta
bene, ai troni come alla follia, e anche alle lotte senza fine, non
dovrei sbagliare.
Enrico comincia a
sospettare di se stesso, vive qualcosa che non lo lascia
tranquillo... come se tornando a casa trovasse accesa una luce che
aveva sicuramente spento, la porta chiusa con due mandate anziché le
solite quattro, il televisore acceso, la caffettiera pronta all'uso e
i pensieri ancora caldi... pure, era sicuro, uscendo, di non aver
pensato a nulla.
Deve partire, viaggio di
andata e ritorno, un giorno per andare, uno di riposo, uno per
tornare... il piano è pronto... sveglia, caffè doppio, auto pronta,
casello, una fermata per caffè doppio ed eventuali, casello,
statale, svincolo, baci, tutto bene... non perdiamo tempo.
Aria strana, Enrico ha
pensieri che non gli appartengono, non li riconosce come propri,
vorrebbe allontanarli, ma il pomeriggio della vigilia è lungo, come
il tempo di qualsivoglia vigilia.
Rifornimento, il più
conveniente, a pochi chilometri, non varrà la pena, forse, a ben
guardare, considerati costi e benefici, ma è minimo lo scarto
-spesso gli scarti sono minimi, altro sono le conseguenze dei minimi
scarti, lo vedremo se ci sarà tempo-, e quindi, vada per
rifornimento nella vicina cittadina di P... lui, Enrico volevo dire,
finge di non sapere che a quell'ora troverà sicuramente chiuso e di
conseguenza proseguirà oltre: spesso non val la pena tornare sui
propri passi - a volte pensa per frasi fatte o teoremi, vedremo... -
come previsto trova chiuso, pensa qualcosa come ''ma questo qui
quando apre...'', pensa ciò che sapeva che avrebbe pensato: lo trova
rassicurante, non è la prima volta, non è il primo a pensarlo... sa
che sta avvenendo esattamente tutto come lui aveva previsto: sta
dominando le sue intenzioni, e il mezzo che usa si rivela docile...
vuole ascoltare musica dall'autoradio a volume abbastanza alto e
godersi la strada semideserta, sono questi i momenti in cui Lui... si
parla, sì, tra tutti i momenti della giornata questi sono i suoi
preferiti, quelli che gli danno la possibilità di ascoltarsi e
parlarsi, chiuso nell'abitacolo dell'auto.
Ma oggi sente che sta
avvenendo qualcosa di diverso: si sente parlare, ma non riesce a
capirsi.
Accosta, scende, si
appoggia contro l'auto, guarda davanti a sé, il panorama gli sfugge,
ha qualcosa di inaspettato, di insospettato, non capisce, e comincia
a convincersene: ''non capisco!''.
Respira profondamente...
non ha voglia di respirare profondamente... ''sciocchezze!'', pensa.
Risale, la musica è
dolce, lo attira inevitabilmente... domani sarà un buon viaggio, un
bel viaggio... musica e pensieri, e qualche accelerazione improvvisa,
qualche scatto perentorio, su qualche nota più alta, su qualche
accordo più profondo... più dolente no, non gli va di pensarlo...
non lo pensa: il tempo ha cementato un tacito accordo con certi
pensieri da evitare... non sia mai!
Finge una attenzione che
non gli necessita nel regolare lo schienale, l'altezza del volante, i
retrovisori, poi rimane immobile un istante, il tempo di una domanda
che non riesce a bloccare in tempo: ''Enrico, secondo te, sono tutti
veri gli incidenti stradali?''... ma cosa vado a pensare... se sono
tutti veri... questi spot pubblicitari, questa sicurezza sulle
strade... mi condizionano... pure questo ci mancava... se fossero
tutti precisi come me... non avverrebbero neanche gli incidenti
stradali... ''Enrico''... c'è già qualcuno che sa che mi chiamo
Enrico... devo aver pensato ad alta voce... come fa questa voce a
sapere che mi chiamo così... e mi fa già delle domande... Enrico...
domani parti... vedi che bella automobile... potente, vero? bella,
vero? Un po' ti piace... impiegherai meno tempo, no? Forse ascolterai
meno musica, ma insomma, poi, quando sopraggiunge la stanchezza, e
non hai voglia di fermarti, e cominci a bere acqua e masticare perché
come ti hanno detto?... ah sì, col movimento dei muscoli facciali,
il sonno, sì, la sonnolenza diminuisce... hai fatto scorta, vedo, di
gomme da masticare, bravo, Enrico, sei diligente... come dici? Ah,
che forse non tutti gli incidenti stradali sono reali, nel senso che
non tutti sono non voluti, che qualcuno potrebbe essere anche che...
Dillo, Enrico... prova a dirlo con
parole tue, Enrico, dillo che...
Che il pieno di gas non dovrebbe
servirti, che le gomme non le controllerai, che non tutti quelli che
muoiono lo fanno involontariamente... che potrebbe essere che...
Sì, Enrico, potrebbe essere che...
Che domani questa bella
auto, nuovissima, sparisca, con a bordo il proprietario, serio,
preciso, impeccabile nella guida, chissà, un colpo di sonno, dipende
dalla presenza o meno di segni di frenata, o chissà, una
bottiglietta di minerale scivolata sotto la pedaliera, o un cd da
cambiare, lo squillo del telefonino... no, quello no, certo che no:
chi vuoi che vada a pensare che ti sei distratto a dare retta ai tuoi
pensieri?... non sospetteranno di nulla, succederà per un qualche
motivo, se deciderai che è il momento, o se mi lascerai decidere per
te... sai che non ti ho mai deluso, no? Diranno qualcosa come ''che
ci vuoi fare, è la vita''... quella che rimane: forse dipende dal
dove e a chi rimane, la vita, ma insomma, non si può avere tutto...
''Allora? Che ne pensi, Enrico,
partiamo?''
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