Signore,
stamattina ho guardato il suo mondo
e sono tornato dietro i vetri,
bambino, e null'altro.
Forse ho sentito la sua mano sul braccio,
e non ho avuto nulla da dire.
Signore,
era già giorno, ed il bambino non si staccava.
I suoi vetri erano lustri, tirati a lucido
ma solo da un lato, quello dove il mio respiro non si posava.
Era il dono, signore
e ho lasciato le mani
dove erano attratte.
Dico grazie per i colori, le parole, il cuore
per ogni ineffabile strumento
che arricchisce le mani, gli occhi, le labbra,
quando ignaro del
fine o dell'uso
mi avvicinano dove non oso.
Non mi sgomenta forse più, la perfezione.
Dammi solo modo di leggerti.
Di imparare, di amarti.
E' già giorno fatto, signore
e sento che sto pregando
che non sia
o che finisca presto per ricominciare
e che mi sia amica la prossima pazzia.
Se sarà, signore
saprò cadere
di là dai vetri c'è posto
per altri ciechi, per altri deformi
è una colpa felice vedere la dea
e patirne, signore.
E forse già mi ferivi
quando guardavo e non visto
rimanevi di là
a proteggermi.
Si è fatto giorno, signore
ed ho visto.
Devo andare, Signore
non aspettano gli occhi.
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