venerdì 29 giugno 2012

di quassù

di quassù,
e le valli non dicono
che di un fluire ovattato
verso un diporto od ombelico

viene da rinserrare gli occhi
e nelle gole del fiume
separare aperte le visioni, ampie
dagli orridi
impenetrabili
ànditi a circoscrivere
come isobare
o isoipse
le stesse anse, e le ansie che disegna
il torrente e la sua piena

ma qui, a pelo d'erba
le parole si inchinano
sono portatori di labbra e schiusure
d'albe
sono acqua ai fianchi generosi
e al monte
sono lagrime di veneri, pronte

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