si irrigidisce
sui margini il tempo
cautela regge foglie d'uomo
e la sua ombra
nel percorrerli
ché muto è il fanale
e l'insistenza vana
su numi
e santi stretti a tutelare
un lieve prodigio diventa
incrociare per strade
occhi
scansare rabbie
e da quegli occhi
sabbie
si corrodono a forza
e di cose i margini
portano i segni
nel delirio la forma
che si ricompone è coda
di rettile scomposto,
scìa
abbrivio di filari
un seguitare di segnali
la falsità di un finale
eccola, la meta
tonda, indivisibile
buia, solare
scivolare nel corso della vita
così bava da caracollare, tutto
e lasciarsi seguire
come iniziata appena
o per sempre nuova, ridisegnata
con margini fulgenti
il campo lustro, un'altra vita.
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