notte di bella, muro
di pianto agli occhi, cento porte
e un viso nel viso
le mani strette nelle mani
e la lucania urla
il nome del padre s'apre nell'aria
come un solco, di coltro a fondo
le due donne svaniscono e il grano
stormisce, nero di locomotiva
la stazione è un punto
lo doppia, unico
un binario che non sconta
come un pensiero
fisso
un rumore di scambi, una scossa
sono terre di passo
nelle mie terre antiche ho perso
i templi e i tufi che incidevo a dita
non rimane che cemento sulle rive
armato, attento.
E' un ricordo che non mi ha mai abbandonato, l'urlo straziante e straziato di due donne che scesero dal treno nella stazione di Bella-Muro, in Lucania, una notte di non so quanti anni -decenni- fa. Ci sono morti che non finiscono mai, nelle case come nei ricordi che ne sono in parte la rappresentazione.
'Cento porte' sono le carrozze sulle quali abbiamo viaggiato in tanti; il coltro è una specie di coltello che si trova tra il vomere e l'animale che trascina l'aratro.
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