giovedì, 16 settembre 2010
Se dovessi ricordare di me
parole mai dette, direi che mi piacerebbe vivere di solo sogno, di
solo volo, di eternità tenute strette, ma io ''faccio'' solo parole.
La differenza tra interessi e desideri è sempre più netta, ed io
sono stato sempre dalla parte dei desideri. Diversamente, qui non ci
sarei nemmeno, e neanche queste parole.
E tu qui,
dove c'è stato un tempo
entra per questa via
di toponomastica confusa
di periferie
di borghi annessi e in fretta sciolti
guarda i nomi
forse qualcuno ne ricordi
sono strani
sono vie e piazze
di colori di frutta di cose
sono gli ultimi viali
quelli che a voltarsi ci si sente soli
perduti, a fine corsa
o volo
entra per questi spini
passa per queste vene
è caldo il sangue
è di strada d'agosto
blu
o rossa
come da legenda
come da istruzioni annesse
lascia che ti parli la radice del cuore
importuno
vorrei farmi di soli vorrei
passarti come un dito sulle labbra,
disegnare un volto
ché il mio era finito
e non poteva sapere
che ogni linea tracciata
era un altro un unico confine.
Oggi provi a spezzarlo questo profilo
di non luogo
ché già è stato quel tempo
che alberava viali sotto la linea dello
sguardo
a fiori nuovi
e proiettava segni di avvenire
a ruota libera
sotto l'ala.
Ora che serri il tempo di un sorriso
e sussulti forse nello scatto
dell'astuccio
con poca cura lo hai chiuso tra le dita
pensando a un'ossessione
l'amore che non s'attenua
oggi che sei lontana.
Rimangono le mie periferie
dagli ingressi inviolabili
a dare su strade senza nome
o innominabili.
Da queste porte non si alzano voli.
Si entra o si esce
ma indubitabilmente.
Poco fa, 15 settembre 2010.
Poco fa, 15 settembre 2010.
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