chiare stelle del sud, che vide
amarsi anime belle, unirsi
da san domenico alla marina
dice il poeta 'napoli tutto, piange'
l'error, se pure, dei due nobili
amanti, ch'in cielo, in terzo giro
ne brilla l'aria delle lor facelle...
Ma dài, smettila, non ci crede nessuno che a furia di leggere solo pagine illeggibili possa riuscirti spontaneo parlare come nell'ottocento; neanche word ci crede, ti segnala che 'ci sono troppi errori di ortografia, ecc.'; solo a me lo dice, quel vile! ma non l'avevo disattivato il controllo ortografico? certo che sì, eppure, il malefico...
Ad ogni modo il Tasso parlava della storia di amore e morte tra Maria d'Avalos e Fabrizio Carafa, assassinati o fatti assassinare dal di lei marito Gesualdo da Venosa, un eccellente autore di madrigali, peraltro.
Uno dei due sonetti di T.T. comincia con la traduzione/ripresa fedele del catulliano 'Lugete, o veneres cupidinesque,/ et quantumst hominum venustiorum...' (ché era morto il passero di Lesbia). Questi due versi me li ricordo, cosa ho mangiato oggi, no, non così precisamente. Dicono che sia normale. ...e allora devo diventare eccezionale. Ma poi, perché cavolo scrivo 'ste cose? Vado a dormire, vaghe stelle dell'Orsa....
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