e allora
in una terra d'aprile
migliore di questa
che l'oggi
irride
come scomposta
verde ritratto
e crepe a sezionare
i pensieri, i soli ormai
travalicano
e i residui non offrono riparo ai desideri
le mani smettono le ricerche
e ripartono, ognuno di spalle
le dita
che ma allora
quel segnare a terra d'aprile
era d'unghia
e la crepa
un rosso di ferita
questa traversata e non altro
è stata, lunga
interminata di paura, la sola
scomposta e pure
piana d'intermittenze e di futuro
ma ora
ma ora
tu avevi ali smunte e il becco rosso
smesso d'aprile ai bordi di un fosso
e facile è scuoterti in punta di piedi
a dire che no, non può essere un merlo.
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