lunedì 6 maggio 2013

lùcia nti ruvètti, luce nei rovi (con audio)



lùcia nti ruvètti                                  
e ntunnu sul muru,                              
conètt funn, sipàl...                              
lùcia nìvura ca s'inn abbìssa                           
dde l’occhji perz i šcali šcali                
e mani šchizzijàti ‘e sanguu                             
di piri serîvàggi, e de zancu,
a faccia è muta e unn abbisogna de paròli                           
subba sa strata ppè Šcarfìzzi                
addùvə špini e amùr si su perzi            
e nti ruvètti u’ fan civilìzzi                     

ci  ţrica nu tempu ‘e scioddi c’un zi fa toccàrə
ca mi rimînìa dintra                          
nta su rigàgnu 'e coru e d'occhji                                        
e jìti tisi, e pruveràta c’un sia mai                                 
a canciarə ccu nessun’ata strata        

pecchì m'avàstinu, s'aria vrusciata             
e sa terra senza tempu                      
sutt’ a restucciata e u ventu.                 

luce nei rovi
e solo muri intorno
fondi canali, siepi...
luce che s'inabissa, nera
per gli occhi persi lungo scale
e mani screziate di sangue
di (spine di) piraini, e fango
il volto è muto e non gli servono parole
su questa strada per Carfizzi
dove spine e more (amori) si sono persi
e nei roveti non si scambiano cortesie

si ferma un tempo di calanchi che non si fa toccare
e mi rimesta dentro
in questa brocca di cuore e d'occhi
e dita tese, e polvere che mai sia
scambiare con quella di nessuna altra strada

perché mi bastano, quest'aria bruciata
e questa terra senza tempo
sotto le stoppie e il vento.

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