mercoledì 19 febbraio 2014

Pensé en la lluvia, en el agua



Pensé en la lluvia, en el agua
En sus hilos, en el oro, en tu cara
Miré hacia tus manos, tu cuerpo
Y quise ser gota
Una gota sola, la que baja por tu vientre
La que anda poniendose en ti, por adentro
Como una sonrisa y un pensamiento

Ho pensato alla pioggia, all’acqua
Ai suoi fili, all’oro, al tuo volto
Ho guardato verso le tue mani, il tuo corpo
E ho desiderato essere una goccia
Una goccia sola, quella che scende per il tuo grembo
Quella che va a porsi in te, da dentro
Come un pensiero, come un sorriso
Con la follia di un mancamento
E fluitavo, come alberi
Tra le due rive dei desideri
Li ho visti passare
E i tuoi occhi erano attenti
Forse da qualche parte
Altri rami ingrossano giacenze
E mi dico
il bisogno che hai di vita
E di amarti
Forse non bastano
le linee delle mie mani
se non sono che foglie, poco altro
e a segnarle è un destino che trascuro
me lo ricorda un piccolo dio di fronte
un dio di ripe sdrucciole
e balbettante
di poco più, di nient’altro
nel mio luogo d’amarti
dove tu entri, sola
e nessun dio mi è compagno.

1 commento:

  1. poter essere una goccia... che si posa, vaga in noi e dentro noi, che meraviglia, bellissimi questi versi pulsano e palpitano, come l'acqua scorrono via, ora quieti, come ruscello, ora dirompenti come cascata

    RispondiElimina