giovedì 27 febbraio 2014

Tutto sommato.

Tutto sommato credo esista un rapporto irrisolto tra la pena di dare e la miseria di avere. Il risultato è per me vivere in cambio di nulla. Dare in cambio di nulla; provarci, almeno, e non lasciare tracce quantificabili, 'monetizzabili'. Questo vorrei, e so bene che forse è troppo. Non so cosa ho voglia di dire, se qualcosa voglio dire. Se si sceglie di tacere è buona cosa non ricredersi. I silenzi accumulati, come gli errori commessi, come le strade imbroccate in senso contrario od errato, non ammettono ripensamenti, correzioni. Girare intorno alle emozioni, ai ricordi, ai desideri, a tutto ciò che muove l'anima, il cuore, la mente, è importante, a volte necessario, diventa bisogno imprescindibile e umanissimo, aiuta ad unire quei piccoli punti a volte troppo distanti di cui si compone l'esistenza e a farli diventare, quei punti isolati, parti rilevanti di un tessuto connettivo che potremmo chiamare giorni. Solo per questo motivo mi sarebbe piaciuto scrivere.
Oppure no.
E questo significa sfasamento, per qualcuno, forse per molti dramma, non lo scrivere, ma la difficoltà di corrispondere tra quei 'punti' e l'esistenza nel suo complesso. Un dramma a cui troppi si rifiutano di credere.
Bisogna chiudere gli occhi, forse, e andare avanti, rendendo accettabile la consapevolezza delle rinunce, delle perdite, dei sogni mancati, dei desideri solo accennati, dei fallimenti e delle realizzazioni insoddisfacenti.
E non piegarsi alla sera, non chinarsi alle ombre.
Alla fine le cose andranno come abbiamo, in parte, voluto, e perloppiù realizzeranno quel disegno in apparenza autonomo che probabilmente ci siamo rifiutati di interpretare, di individuare, forse per stanchezza, per comodità, per incapacità, per timore che non ci fosse corrispondenza tra i desiderata e quello che con superficialità o forza d'animo chiamiamo destino.
Le cose vanno come vanno, e a ben guardare non c'è nulla da ridire, se quello che ieri era importante oggi è vuoto, e domani sarà dimenticato o irrilevante. La vita è anche così, un problema di appartenenze e corrispondenze, e tanto altro, ma quell' 'altro' è la parte meravigliosa, quella che si porta dentro e di cui non dico, se non a volte, e solo, insoddisfatto di come lo faccio, a stento.
Forse sarebbe meglio un'isola, anche fatta di parole, un'isola per sempre, che cancelli ansie e parole.
Cià.

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