martedì 14 maggio 2013

basterebbe l'aria



Basterebbe l’aria
Ora che lo spazio tra la pelle e il labbro
È un luogo chiuso

Il nuovo grano si rierge
A stormire verde
Quasi accompagna ai margini
E i passi risuonano, a tacche
Infissi nell’asfalto

Bordeggio, e in distratta finzione
Sfioro steli e rosso un apparire
Di papaveri

Il loglio conosce il luogo esatto
Dove la realtà dilegua

Vorrei chiedere perdono
All’oceano verde per la mia via
E la sua esigua visione

Ci sono alberi
Così semplicemente muti
E nidi senza rimpianti
Degli anni precedenti
Gli scheletri di nuovo si abitano
Quasi d’abitudine a cancellare sorti
E un azzurro così, trasandato
E cirri dove indovino forme
Voluttuosamente gonfie
Di seni a vela e d’occhi e braccia
E dèi distrattamente amanti

La solitudine è qui
Nel richiamo rigonfio dei fossi
Nei limi
Nelle voci di rana
Negli equiseti spezzati

La solitudine è qui
Solo un passo più avanti
Uno sempre,
a staccarmi
basterebbe l’aria.

2 commenti:

  1. hanno i tuoi versi il suono di un richiamo d'altri luoghi, ai quali legarsi tramite il tuo sentire...grazie, sulla bellezza autentica di una poesia si hanno sempre poche parole da aggiungere.

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    1. sarà come tu dici... ti ringrazio di tanta stima, anche se rimango coi miei dubbi.

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