sabato 22 febbraio 2014

A Punta Alice.



Si confonde quell’azzurro
Dove gli occhi si immergono
E oltre, riprendono l’orizzonte
Di spalle, gli alberi
Che hanno atteso
La brezza e la carezza
Il salmastro
E la sete

Si appuntano spere sugli occhi
E ti sa il sole di sempre
Quello irriducibile che attraversa i tempi
E si fa luce

E’ rapido il volo
Bisogna saper cogliere l’astore
E il suo dire in quota, alato
In su, dove il mare si spezza di costa
E si fa seno, vasto da un lato
E cimosa, quieta, dall’altro

C’è un albero invitto
-forse ha radici di mare -
Dove mi sento
E ascolto i canti
E parole di te
Fatte di silenzi ubiqui

Lì non ho bisogno di lenti
Gli occhi vedono
Vedono tutto
E sentono
Gli arrivi
Le partenze
Le chiare lettere
E i trionfi, i singulti
E le gore degli occhi, i sorrisi

Vorrei cantare questo mare di te
Così azzurro di oggi
Questo sereno che avvolgi
In carta da musica
E onde chete di donna
Vorrei averti lì
Dov'è quando non ho
ma così, come tu sei
nel mio mare
protesa.


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